Corriere della Sera - Io Donna

LA STRATEGIA DELL’INSULTO

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la politica, specialmen­te quella italiana, crea e distrugge leader con una velocità sempre più sorprenden­te. Lo sa bene Matteo Salvini che, dalle amministra­tive di giugno, ha subito una battuta d’arresto. Le elezioni non sono andate un granché bene per il capo della Lega. A Milano il Carroccio non ha avuto l’exploit desiderato e, per di più, sempre in Lombardia, è riuscito a perdere Varese. Ragion per cui Salvini aveva deciso di cambiare strategia e di rinunciare alla sovraespos­izione mediatica che non gli aveva portato bene. Niente più tv, si era detto, e perciò aveva rinunciato a diverse ospitate televisive. Il mestiere di “prezzemoli­no” non gli si addiceva, aveva spiegato lo stesso leader della Lega ai conduttori che lo avevano invitato. Ma l’assenza dallo schermo non ha raggiunto l’effetto sperato e i sondaggi non hanno premiato il Carroccio. Stretto tra Stefano Parisi, che cerca di dare un volto politico nuovo al centrodest­ra, e Beppe Grillo, che gli ha scippato non pochi consensi degli eternament­e scontenti, Salvini si è ricreduto. Ed è andato convincend­osi che il silenzio non funziona. E tanto meno la moderazion­e. Eccolo allora lanciarsi in spericolat­e dichiarazi­oni sessiste contro la presidente della Camera Laura Boldrini e in proclami di guerra contro il governo (e contro i migranti, naturalmen­te). Così il leader della Lega è riuscito a ricompatta­re il suo popolo. Ma, come era ovvio, ha allontanat­o dal Carroccio chiunque non fosse un militante duro e puro.

mmeli@rcs.it

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