Corriere della Sera - Io Donna

Il set è come il campeggio estivo: condividi bellissime esperienze, ti saluti dicendo ci scriveremo e ci rivedremo, poi non lo fai più

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Canada a meno 30 gradi, un freddo pazzesco, ed essermi adattato a situazioni estreme, quello che il fi lm suggerisce è apprezzare ogni momento, non solo di una storia d’amore ma anche del proprio viaggio personale: è sempre possibile lasciarsi alle spalle quel che è stato, non preoccupar­ci di quel che sarà, solo gustare il presente. Però spesso siamo bloccati dalle nostre paure. Quali sono le sue? una questione di equilibrio. Un’altra prova di coraggio sono state le sue scene con l’orso in Two Lovers and a Bear (Due amanti e un orso). O erano effetti speciali? No no, era un orso polare vero, anzi un’orsa, l’unica ammaestrat­a di tutto il Nord America: è nello showbiz da vent’anni, quindi ha molta più esperienza di me. Non avevo capito che cosa vuol dire stare vicino a una alla vita possibile e sarebbe bizzarro raccontare una passione senza scene d’amore: gli amanti fanno sesso, no? Resta amico di chi conosce sul set? Succede un po’ come al campeggio estivo: condividi bellissime esperienze, ti saluti dicendo ci scriveremo ci rivedremo e poi non lo fai mai più. È strano, perché hai una specie di periodo di lutto quando un progetto finisce: sei stato con un personaggi­o e con un gruppo per settimane e poi basta, finito. Un po’ come una morte. I media a volte la descrivono come uno che interpreta personaggi cupi e disturbati: che cosa ne pensa? Che le definizion­i sommarie sono più

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