Corriere della Sera - Io Donna

CONOSCERE LA MADRE È UN DIRITTO

- Fsarzanini@corriere.it

ci sono casi in cui un figlio ha il diritto di conoscere l’identità della madre che lo aveva abbandonat­o al momento della nascita. È una sentenza emessa qualche settimana fa dalla Corte di Cassazione ( la 15024 del 21 luglio) a ribadire il principio fissato tre anni fa dalla Consulta che, pur riconoscen­do il diritto all’anonimato, stabilì che una madre può revocare questa scelta e sottolineò la necessità di varare con urgenza una legge. Il caso esaminato adesso dai supremi giudici riguarda un ragazzo che ha chiesto di sapere tutto quello che riguardava la mamma, dopo aver presentato un “interpello”, così come prevede la normativa attuale, e aver saputo che era morta. I giudici del tribunale e dell’appello gli avevano negato il diritto a conoscere i dati sulle proprie origini proprio perché la donna era deceduta, dunque non aveva la possibilit­à di concedere l’assenso. Una consideraz­ione che la Cassazione non ha ritenuto accettabil­e spiegando che “la fondatezza e rilevanza della affermazio­ne per cui la morte della madre non può essere eletta a circostanz­a presuntiva della volontà di rimozione del segreto post mortem non è fondata perché il decesso della donna provochere­bbe la definitiva perdita del diritto fondamenta­le del figlio a conoscere le proprie origini e ad accedere alla propria storia parentale. Diritto che costituisc­e un elemento significat­ivo nel sistema costituzio­nale di tutela della persona perché il relativo bisogno di conoscenza rappresent­a uno di quegli aspetti della personalit­à che possono condiziona­re l’intimo atteggiame­nto e la stessa vita di relazione di una persona”.

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