Corriere della Sera - Io Donna
SORELLE DI SKATE
qualche tempo fa circolava un video che fa un po’ ridere e molto piangere. Una voce fuori campo chiede ad alcune candidate, durante un casting, di correre “come una ragazza” (#runlikeagirl). Una dopo l’altra, giovani donne brune bionde bianche afroamericane prendono lentamente velocità scuotendo fianchi e spalle, con le braccia piegate al gomito e le mani mollemente sventolanti. Poi arriva una bambina, sui dieci anni, nessuno le ha ancora detto - e ridetto - come si muove una femminuccia. Lei pensa a correre, veloce, e basta: testa bassa, ginocchia dritte e alte, pugni chiusi a fendere l’aria dello studio di registrazione. L’hashtag mi è tornato in mente leggendo un articolo sul dedicato alla La Sorellanza dello skateboard racconta di alcune ragazze di Manhattan che si fanno chiamare le Brujas (streghe, in spagnolo). Si incontrano tutti i giorni, da anni, ma quando passano fanno ancora girare la testa alla città. Perché #skatelikeagirl è un’avanguardia: l’asse con rotelle resta una piattaforma dominata da uomini, bianchi soprattutto. Yasmeen, 18enne, spiega di essere stata contagiata dal fidanzato: «Poi ho lasciato lui, mi sono tenuta la tavola». Samantha, 20 anni, non nasconde di aver cominciato per rispondere alla depressione: «Sentir cigolare, vibrare l’asfalto è terapia». Si muovono in gruppo perché si difendono dai bulli, si scambiano trucchi e moviole per studiare nuove acrobazie, si propongono la riconquista di spazi urbani perduti e l’aggiunta di “un po’ di caos” alla rete stradale e mentale di chi sta a guardare. Skate like a girl, vediamo se sei capace.