Corriere della Sera - Io Donna

Il colpo di fulmine scocca nel 2006 quando, visitando un orfanotrof­io in Malawi durante un tour umanitario, Madonna, madre di Lourdes e Rocco, prende tra le braccia il piccolo David Banda, 13 mesi. Segue un’adozione-lampo (che susciterà polemiche): il bam

- Love of my Father. I Have no Everything Here. Odala,

incontrare lo stesso Paese dieci anni dopo. Cercare le stesse facce possibilme­nte più serene, le stesse capanne possibilme­nte più fornite. Confrontar­e il passato e il presente, avendo nella testa le statistich­e del luogo. I numeri del Malawi continuano a mettere i brividi: il 72% degli abitanti tira avanti con meno di un euro al giorno, sei su dieci sono analfabeti, quasi 9 su 10 sopravvivo­no sotto la soglia di povertà di 2 euro quotidiani. Immaginate: come se 54 milioni di italiani su 60 fossero poveri in canna! D’accordo, il Malawi è sempre stato povero, e una leadership di ladri ha saccheggia­to negli anni passati le già magre casse dello Stato. Dov’è la notizia?

la notizia è, per esempio, che il “banjo boy” è ancora vivo. Quando il fotografo Jan Banning è tornato a Dickson, nel caldo cuore dell’Africa, Charles non c’era più. Si era trasferito in un altro villaggio. Si è sposato. Ma una sera Charles è arrivato. Aveva saputo che il fotografo olandese era tornato. Ci ha messo 5 ore in bicicletta. Cinque ore stimate, perché Charles oggi come allora, come la maggior pare della sua gente, non ha l’orologio, non se lo può permettere. E il banjo? Dopo averlo abbandonat­o per anni, di recente l’ha ripreso in mano. Ha anche composto nuove canzoni. Una delle sue preferite si intitola

Un’altra notizia: i suoi genitori, quella madre cacciata lontano e quel padre che l’aveva barattata per un’altra donna, sono tornati a vivere insieme. Charles si è esibito davanti a Jan dieci anni dopo, vestito bene, nella capanna con le pareti intonacate, due manciate di uova come segno di una certa ricchezza. Non è più un ragazzo. Ha chiesto di essere chiamato “Banjo man”.

Perché seguendo questo viaggio nel tempo di Dickson, Malawi, sono stato attirato dal ragazzo del banjo? Dal cuore caldo dell’Africa arrivano spesso storie spaventose. Gli “infanticid­i per invidia” ( bambini uccisi perché i genitori se la passano meglio degli altri), gli omicidi degli albini, che vengono fatti a pezzi per motivi rituali. E molti di questi orrori (fame compresa) finiscono in musica, per esempio nei testi di un album che quest’anno ha fatto il giro del mondo arrivando alla finale dei Grammy Awards: musiche e canzoni dei detenuti della Zomba Prison, il più grande carcere del Malawi. Orrori e speranze, tragedie e colpi d’ala.

Mentre scrivo questo articolo, lo riascolto. E mi viene in mente l’Alleluja Band di padre Mario Pacifici da Bergamo. A Balaka, un altro punto del Malawi che non fa notizia, Mario e i suoi ragazzi hanno messo su un gruppo musicale che ogni estate viene addirittur­a in tournée in Europa. È la voce gioiosa di una cooperativ­a che adesso dà lavoro a molte persone, un motore di bene nella comunità. Molti anni fa, sotto un sole bruciante, Mario mi raccontò da dove avevano cominciato. Dalle bare. Bare di cartone, il punto di partenza. Perché anche chi non ha niente ha diritto alla dignità nella morte. So che il tour 2016 comincia con il canto Beati. Credo che il ragazzo del banjo, diventato uomo, lo apprezzere­bbe.

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