Corriere della Sera - Io Donna
Toglietevi dalla testa l’idea che vulnerabilità equivalga a debolezza. Questa è assolutamente la prima cosa da fare. Non si può essere coraggiosi senza riconoscere la fragilità. Imparate a coltivare l’auto compassione. Dialogate con voi stessi come con qu
Nei suoi studi lei cita con la stessa facilità Carl Jung, Joseph Campbell, Steve Jobs e le strofe delle sue canzoni preferite. La mia metodologia si basa su dati statistici, ma credo fortemente in quella che negli Stati Uniti chiamiamo “Grounded theory”, la ricerca qualitativa secondo cui esistono molte verità e molti modi di conoscere. Gli esperti della Pixar ( la casa di produzione dei famosi film animati, mi hanno insegnato i pilastri della scienza della narrazione e ho scoperto tanti punti in comune con dello storico Joseph Campbell. Mi sono serviti per delineare la mappa del processo di rinascita di cui parlo in
E qual è la lezione più importante che ne possiamo trarre? Che è impossibile avere successo negli affari personali come nel lavoro senza aver fallito e riprovato. Gli scienziati lo sanno, ma adesso anche gli amministratori delegati delle grandi aziende che puntano sull’innovazione lo hanno capito e vogliono incorporare vulnerabilità e fallimento nella cultura delle proprie società. E infatti la ricerca che ho appena finito (e che non so ancora se diventerà un libro o qualcos’altro) ha per oggetto proprio la “leadership coraggiosa”. Come se la cava la regina degli studi sulla vulnerabilità con le emozioni spiacevoli? La verità è che ancora adesso non mi piace affatto cadere e scoprirmi fragile, ma sono diventata un po’ più brava nel sentirmi a mio agio quando raggiungo il fondo del fondo. Vivere pienamente e intensamente significa scendere nell’arena e sentirsi adeguato. A prescindere dal risultato.