Corriere della Sera - Io Donna
“Così ho rifatto la divisa ai postini”
chissö come sarebbe stata a matilde serao, impiegata illustre dell’amministrazione postale di Napoli. E se la mamma di Felice Gimondi, la “postina di Sedrina”, ne avrebbe apprezzato la comodità in bicicletta. Di certo i 33 mila portalettere di oggi non vedono l’ora di provare la nuova divisa, scelta con un contest lanciato da Poste Italiane per rifare il look (immutato dal 1998) ai dipendenti. Gli outfit invernali ed estivi, versione maschile e femminile, proposti dalla vincitrice, la 22enne Beatrice Bazzano, puntano sulla praticità, senza rinunciare a una certa eleganza. Il blu si fa più scuro, il giallo catarifrangente meno preponderante (relegato a cuciture e a bande laterali), il logo si sposta sulle spalle e sul colletto, oppure viene ricamato La giovane stilista dell’Istituto Modartech di Pontedera (Pisa), che si è aggiudicata una borsa di studio da 20 mila euro, si è lasciata consigliare direttamente da chi quelle divise le dovrà indossare: «Vivo in un piccolo paese dove il postino si vede passare tutti i giorni. Così ho chiesto aiuto a lui». E che cosa le ha detto? «Mi ha fatto riflettere sul fatto che spetta al dipendente mantenere sempre pulito e in ordine il suo completo da lavoro. Perciò ho scelto tessuti semi-elasticizzati, facili da stirare, per top e pantaloni, e idrorepellenti, facili da pulire, per i giubbotti, dotati anche di zip antigraffio». Preferendo inoltre le fibre naturali, traspiranti e resistenti ai numerosi lavaggi. «Quest’iniziativa simboleggia un’innovazione che preserva i valori identitari di Poste Italiane» ha dichiarato l’amministratore delegato Francesco Caio, ricordando come i postini siano «un simbolo di fiducia e vicinanza ai territori». La praticità non annulla il fascino della divisa? «Non necessariamente. Certo, le giacche doppiopetto dei portalettere degli anni Sessanta, i cappelli quasi militareschi, le gonne e le scarpe con il tacco per le donne erano davvero bellissimi. Però bisogna pensare a chi li dovrebbe indossare tutti i giorni, magari sotto la pioggia, andando pure in bicicletta o motorino». A una “chicca” però Beatrice non ha rinunciato: il in tessuto stampato con i timbri postali. «Potrebbe piacere anche a chi lavora allo sportello…».