Corriere della Sera - Io Donna
UN SINDACO DA MEDITAZIONE
lui si chiama renato accorinti, classe 54, insegnante di educazione fisica. Ma dal 2013 ha cambiato mestiere: è il sindaco di Messina. Fondatore del movimento “No al Ponte” (si intende quello sullo Stretto), non ha cambiato stile di vita da quando miracolosamente ha vinto, senza un partito dietro, le ultime elezioni della città. Va in giro in t-shirt a maniche corte estate e inverno, da del “tu” a tutti («Al lei non sono abituato»), gira come una trottola spendendo niente perché l’auto blu non ce l’ha e, se deve soggiornare in qualche posto, fa come ha fatto a Venezia, quando in veste di sindaco ha presenziato ad alcune premiazioni della Biennale: va in un dormitorio. Sì, avete capito bene, uno di quegli edifici che vengono messi a disposizione dallo Stato o dal Comune per offrire un letto a poco prezzo. Quando era ancora insegnante, Accorinti aveva istituito nella sua scuola la “stanza del silenzio e del respiro consapevole”, dove i bambini meditavano liberamente. Pensando a quell’esperienza, con gli emolumenti da sindaco, che sta accantonando (tiene per sé solo l’equivalente dello stipendio da insegnante), vorrebbe fare un lascito a Messina: una “casa di meditazione”. Per tutti. Atei, buddisti, cattolici, musulmani. «All’inizio mi prendevano per pazzo» confessa lui. Forse qualcuno la pensa ancora così. Ma Renato se ne “frega” e i grillini, in Sicilia, sono un po’ invidiosi della facilità con cui questo sindaco riesce lì dove loro non sempre riescono.
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