Corriere della Sera - Io Donna
LE RAGAZZE DI CUZCO
il sud america, di cui non ci occupiamo quasi mai se non per registrarne le ricorrenti crisi, è tra le parti del mondo che ha avanzato di più in questi anni. Il Perù, Paese considerato remoto e povero, in realtà attraversa una fase di sviluppo e di cambiamenti. Mi ha colpito l’orgoglio identitario di una terra che ha avuto un solo presidente di origine india, e ha visto ora scontrarsi per il potere un immigrato polacco e la figlia dell’ex caudillo giapponese Fujimori. Le ragazze di Lima e di Cuzco rivendicano apertamente, dai vestiti al trucco, dall’uso della lingua quechua ai loro discorsi, il passato precoloniale del Paese. Non amano gli spagnoli e sono affascinate dagli inca. L’effetto è a volte caricaturale: come nel museo di Arequipa che ospita Juanita, la mummia in realtà un corpo congelato di una ragazzina sacrificata al vulcano Ampato per placarne l’ira. Il video introduttivo spiega come la piccola fosse ansiosa e fiera di dare la propria vita per la comunità: chiave di lettura di cui è lecito dubitare. Ma in generale la riscoperta delle proprie radici etniche, linguistiche, anche religiose è un fenomeno interessante, che rivela come il “continente desaparecido” (così veniva definito ancora non molto tempo fa) si sia rimesso in moto. E per una Dilma Rousseff che lascia la scena a Brasilia, c’è una generazione di giovane donne sudamericane che si affaccia sulla storia.
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