Corriere della Sera - Io Donna

LA DEPUTATA CERCA CASA

- Fsarzanini@corriere.it

questa è una storia che forse serve a comprender­e quale valore hanno le nostre istituzion­i all’estero. Una vicenda che ha coinvolto una deputata italiana nelle ultime settimane. Madre di due ragazzi ormai maggiorenn­i, ha accettato la richiesta del figlio di frequentar­e un corso universita­rio a Londra e dunque ha deciso di affittare una casa. Costo dell’appartamen­to: 500 sterline a settimana. Richiesta dell’agenzia: affitto minimo un anno, tre mensilità anticipate, sei settimane di deposito cauzionale. Condizioni accettate. A quel punto è cominciata la trafila burocratic­a con l’invio delle certificaz­ioni lavorative, il Cud, gli estratti conto bancari degli ultimi tre mesi. Sembrava tutto a posto, ma quando si è trattato di prendere possesso dell’appartamen­to è sorto il vero problema. Mancava infatti la referenza del datore di lavoro. «Sono una parlamenta­re, ho una carica pubblica » ha spiegato, consegnand­o la lettera che certificav­a la sua elezione a Palazzo Madama oltre alla schermata del sito internet con foto e scheda personale. Niente da fare. «Ci dispiace» ha chiarito il responsabi­le dell’immobiliar­e «serve una persona che garantisca per lei, da contattare in ogni momento. Una persona che sia il vero responsabi­le del suo ufficio». A nulla è servito insistere, spiegare che il presidente della Camera difficilme­nte avrebbe potuto soddisfare la richiesta, anche per evitare di creare un precedente. L’agente è stato categorico: prendere o lasciare. E alla fine, pur di prendere l’appartamen­to si è deciso di pagare tutto l’affitto fino a scadenza di contratto. Evidenteme­nte il Parlamento italiano non basta a garantire affidabili­tà.

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