Corriere della Sera - Io Donna
Mediterraneo con cucina
Si chiama ba-bar anche se la facciata severa di inizio secolo conserva ancora l’insegna originaria: “Officina”. Doveva essere un’autorimessa nella Napoli della tarda Belle Époque, poi per lungo tempo è stata una boutique. Un gruppo di amici, ex ventenni, ex surfisti e viaggiatori, l’ha trasformata in un bistrot bar. Un approdo sicuro per un aperitivo serale con le amiche o un nella pausa pranzo. Centrale, eppure defi lato: a due passi dal lungomare di Santa Lucia. Ambiente: un salotto dal gusto rétro, un mix ben orchestrato di elementi vintage, suggestioni francesi e qualche dettaglio che evoca la memoria marinara del luogo come il vecchio timone di legno a parete. Maria Massarotti è l’architetto che ha curato ristrutturazione e interior salvaguardando il pavimento originario in marmo e inserendo pezzi unici di recupero come il bancone di legno intagliato proveniente da un museo valdostano. Il posto migliore: di giorno il tavolo basso intorno al divano in velluto Anni Cinquanta. Di sera, all’esterno per godersi le luci di Castel dell’Ovo. Drink list: Gin Tonic da manuale. E, ogni giorno, un estratto di frutta diverso. Il più richiesto: “Zenzero, arancia e ananas”. E da mangiare: baguette gourmet pensate dallo chef Carlo Spina con ingredienti di stagione; hamburger di scottona al piatto, insalate per - da provare quella con semi di quinoa, primosale, arance e nocciole - e proposte più curiose come i bocconcini di baccalà in tempura alla birra. Giochi da tavolo: libri, quotidiani e vecchi backgammon vissuti. Il fuori programma: una volta al mese, il giovedì sera, arriva il Langoustine Gipsy bar di Paola Tursi: un vintage food truck che dispensa ostriche e Dress code: cittadino, senza fronzoli. Ma è gradita la divagazione vintage.