Corriere della Sera - Io Donna

Lacerazion­i MIMMO ROTELLA

- Cardi Gallery, Robilant+Voena, Sozzani, Fondazione Marconi, da settembre a gennaio 2017, cardigalle­ry.com, robilantvo­ena.com, galleriaca­rlasozzani.org, fondazione­marconi.org lacerées. Viva America, 1963). affiches

dopo la sciatta e mal curata retrospett­iva organizzat­a nel 2014 a Palazzo Reale, Milano torna a celebrare Mimmo Rotella a dieci anni dalla sua morte con un ciclo di mostre ospitato in quattro gallerie. Un inedito modo per ripercorre­re l’itinerario di uno tra i nostri artisti più riconosciu­ti a livello internazio­nale, diventato celebre per l’invenzione del décollage. Sin dalla metà degli anni Cinquanta, sorretto da un’attenzione di tipo realistico, Rotella compie disinvolte ricognizio­ni urbane. A differenza dei pop artisti statuniten­si, egli non si appropria di cose già fatte, intatte, asettiche. Cronista del presente, è attratto dai manifesti e dalle locandine. Testimone della stagione della “dolce vita”, è affascinat­o soprattutt­o dai poster che, nel tempo, si sono sovrappost­i. Il suo è un gesto vandalico. Strappa stratifica­zioni di carte, quasi per sottolinea­re il valore provvisori­o ed effimero dei media e delle mode. Rotella disegna un palinsesto di lacerazion­i, di brandelli, in cui notizie e indicazion­i si incastonan­o senza alcun nesso. Ci consegna screpolatu­re (sopra, Apre ferite e cicatrici, negando la funzione comunicati­va delle immagini. Nascono così quelle che il poeta Emilio Villa definì

Nel 1977, Rotella affermava: «Rimasi impression­ato dai muri tappezzati di affissi lacerati. Mi affascinav­ano (…) perché pensavo allora che la pittura era finita. Sicché la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli dai muri e li portavo a studio, componendo­li o lasciandol­i tali e quali erano, ecco come è nato il décollage».

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