Corriere della Sera - Io Donna
Lacerazioni MIMMO ROTELLA
dopo la sciatta e mal curata retrospettiva organizzata nel 2014 a Palazzo Reale, Milano torna a celebrare Mimmo Rotella a dieci anni dalla sua morte con un ciclo di mostre ospitato in quattro gallerie. Un inedito modo per ripercorrere l’itinerario di uno tra i nostri artisti più riconosciuti a livello internazionale, diventato celebre per l’invenzione del décollage. Sin dalla metà degli anni Cinquanta, sorretto da un’attenzione di tipo realistico, Rotella compie disinvolte ricognizioni urbane. A differenza dei pop artisti statunitensi, egli non si appropria di cose già fatte, intatte, asettiche. Cronista del presente, è attratto dai manifesti e dalle locandine. Testimone della stagione della “dolce vita”, è affascinato soprattutto dai poster che, nel tempo, si sono sovrapposti. Il suo è un gesto vandalico. Strappa stratificazioni di carte, quasi per sottolineare il valore provvisorio ed effimero dei media e delle mode. Rotella disegna un palinsesto di lacerazioni, di brandelli, in cui notizie e indicazioni si incastonano senza alcun nesso. Ci consegna screpolature (sopra, Apre ferite e cicatrici, negando la funzione comunicativa delle immagini. Nascono così quelle che il poeta Emilio Villa definì
Nel 1977, Rotella affermava: «Rimasi impressionato dai muri tappezzati di affissi lacerati. Mi affascinavano (…) perché pensavo allora che la pittura era finita. Sicché la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli dai muri e li portavo a studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, ecco come è nato il décollage».