Corriere della Sera - Io Donna

SCADUTE COME UNO YOGURT

- Illustrazi­one di Andrea Pistacchi

Le risposte migliori all’infelice campagna per il Fertility day le ha date, come spesso succede, la satira. Si sono moltiplica­te in rete parodie dello spot che ha dipinto le donne come yogurt in scadenza. Come questo post apparso su Facebook: «Io sono assolutame­nte pro Fertility day. Che deve andare di pari passo con l’Asily nidy gratuity per tutty day. E a braccetto con Maternity garantity per tutty non è che poy mi licenzy se rimangy incinty day…». Inutile ribadire che è sacrosanta una politica che si occupi della salute delle donne, dalla nascita alla procreazio­ne, alla menopausa. Come lo sarebbe un’educazione sessuale nelle scuole che aiuti a crescere - ambo i sessi - nel rispetto reciproco, nell’amore e nella conoscenza cui oggi, purtroppo, gli adolescent­i giungono più spesso attraverso i vari youporn e whatsapp casalinghi, con nefaste conseguenz­e. Ma l’assurdo terrore di una fantomatic­a ideologia gender, che vorrebbe prendere il potere e impossessa­rsi dei giovani, inibisce ogni iniziativa utile alla crescita dei figli, quei pochi che ancora procreiamo. Accusano le italiane di farne troppo pochi, ma vogliamo ricordare che da noi gli asili nido sono un bene raro, per non parlare della piaga della disoccupaz­ione femminile? Potremmo andare avanti con statistich­e che non esauriscon­o, però, l’indignazio­ne provocata da questa campagna. Bisognereb­be leggere tutto il documento per arrabbiars­i definitiva­mente. Perché il punto dirimente è racchiuso in alcune frasi tipo: «Cosa fare, dunque, di fronte a una società che ha scortato le donne fuori di casa, aprendo loro le porte del mondo del lavoro sospingend­ole, però, verso ruoli maschili, che hanno comportato anche un allontanam­ento dal desiderio stesso di maternità?». Arghh!

È solo una delle tante chicche di quello che molti hanno paragonato a un editto da Minculpop, un linguaggio più adatto alle dittature che da sempre hanno cercato di legiferare sul corpo delle donne. O peggio. Eva Cantarella, storica del mondo antico, non a caso ricorda «... come seppero reagire meglio le donne romane quando il “buon” Augusto, per incoraggia­re la fertilità, impose a tutte, salvo alle prostitute, di sposarsi, punendo chi non poteva avere figli, con sanzioni patrimonia­li; per protesta, le cittadine romane andarono in massa a iscriversi nelle liste delle prostitute per sbeffeggia­re l’imperatore…». Allora non c’era internet, ma l’intento era lo stesso. Ci piacerebbe far capire ai compilator­i di documenti ministeria­li che le donne che vogliono avere figli vanno aiutate e sono benvenute come quelle che non ne vogliono, nonostante gli aiuti. Finché si continuerà a colpevoliz­zare le donne che scelgono di percorrere altre strade, non faremo un passo verso un futuro migliore. Tanto vale ripristina­re i roghi per le streghe. E il Medioevo è pronto a tornare fra noi. fiore consigliat­o: Violaciocc­a, in genere fertile nelle varietà

a fiore semplice, non in quelle a fiore doppio.

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