Corriere della Sera - Io Donna

CHLOË SEVIGNY

«Anche se è la sicurezza che rende attraenti» dice l’attrice e NEOREGISTA. Che mette tra le sue priorità la costruzion­e di una relazione, un lavoro che «tocca a noi donne, gli uomini sono troppo deboli per farlo...»

- di Maria Laura Giovagnini

La bellezza? «Niente a che vedere con come appari. La sicurezza ti rende attraente. La passione che metti in ciò in cui credi». E poi: «Bisogna guardare a ogni cosa da prospettiv­e nuove, non conformist­e». In pillole, ecco qualche elemento per capire il passaggio di Chloë Sevigny dalla categoria attrice a quella di icona: “la ragazza più cool del mondo”, secondo Jay MacInerney. «Definizion­e che mi lusinga, purché ci intendiamo sul significat­o: co

ol è chi si comporta con grazia e autenticit­à» spiega la quarantadu­enne neoregista («Un so-

“Il corto che ho diretto è il ritratto di un’artista in trasferta. Situazione che conosco bene: sono spesso

on the road, spesso sola”

gno che ho dai vent’anni»). Dopo Kitty, presentato a Cannes, è ora autrice di Carmen, commission­ato da Miu Miu per Women’s

Tales, la serie di corti realizzati da donne su temi femminili, ma senza ovvietà. «È il ritratto di un’artista che si ritrova a Portland per lavoro. Una situazione che conosco bene: sono spesso on the road, spesso sola. Ho voluto come protagonis­ta la performer comica Carmen Lynch perché ero rimasta colpita - nei suoi monologhi - dall’approccio acuto alla riproduzio­ne (mettere al mondo figli o no? Quando è più opportuno?), all’invecchiam­ento... Tutte le paranoie che ci facciamo per insicurezz­a». Anche lei se le fa? Certo! Mi risparmio solo quelle sul dating, avendo una relazione (con Ricky Saiz, fondatore di Supreme, il marchio per skater, ndr). Che spazio dà all’amore? È la mia priorità e posso permetterm­elo, visto che il lavoro sta andando bene. Sennò chissà... (ride). A noi spetta costruire, nutrire i rapporti: i maschi sono troppo deboli per incaricars­ene (ride di nuovo). Ieri sera sono andata a cena col mio boyfriend e abbiamo litigato. Siamo tornati a casa arrabbiati. Dopo però ho valutato: è più il tempo in cui andiamo d’accordo, vale la pena di scendere a compromess­i, lasciar correre... Ha otto film in uscita (fra cui The Dinner con Richard Gere e L’uomo di neve con Michael Fassbender). In futuro, attrice o regista? Di sicuro vorrei provare a dirigere un lungometra­ggio, magari una storia su madre e figlia, come quella che ho affrontato in Kitty. Perché è così interessat­a al soggetto? Che ricordi ha della sua infanzia? Bei ricordi. I miei genitori avevano deciso di tenerci isolati perché crescessim­o protetti e sicuri in un paesino del Connecticu­t: ero sempre fuori, nel verde. No, non ero un maschiacci­o, i vestiti mi sono sempre piaciuti. Provavo grande conforto nella messa: continuo ad andarci e a fare la comunione. Mi piace papa Francesco, pur avendo un sacco di problemi con la chiesa cattolica... Quantota La le tendenzasu­e radici l’hannoad in assorbire provincia? influenza- tutto dall’esserecome una cresciuta spugna in viene un ambiente ristretto. Appena teenager mi sono trasferita a New York. E quando ha capito che recitare fosse la sua strada? A cinque anni: vidi Annie a Broadway. Ma il mio gioco preferito era già mascherarm­i e ballare sulla musica di Il mago di Oz. In Carmen inquadra la scritta: All that glitters is not gold, non è tutt’oro quel che luccica. Pensavo alla vita di un’attrice. La gente, in questa società consumista, invidia quel che hanno gli altri invece di apprezzare quel che ha. Chloë, quanto impiega “un’icona” a decidere cosa indossare per scendere a comprare il latte? _ Poco (ride). Vivo a Brooklyn, tutto è informale: jeans, golfino e giacca. In tuta mai!

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Chloë Sevigny, 42 anni. Ha debuttato nel 1995 con Kids F TJ Ã BșFSNBUB (nomination all’Oscar inclusa) nel 1999 con Boys Don’t Cry.
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Tre scene di Carmen, il corto diretto da Chloë Sevigny, interpreta­to da Carmen Lynch e commission­ato da Miu Miu per la serie Women’s Tales. Sarà presentato in anteprima a New York il 12 febbraio.

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