Corriere della Sera - Io Donna

INTERVISTA AD ANDREA BERTON SULL’AMORE

- di Chiara Maffiolett­i

Un cuoco deve fare un libro sulle ricette, non su altro”. Andrea Berton - che ha appena pubblicato il suo primo, Non è

il solito brodo (Mondadori) - ha le idee chiare e il tono di chi non se le è costruite a tavolino. Ha fama di essere tra gli chef più sofisticat­i... Penso che il mio lavoro sia fare ricerca e proporre idee che difficilme­nte gusteresti da solo. Non mi è mai piaciuto chi di un ristorante dice: ci si sente come a casa. Per come la vedo io deve essere un’esperienza completame­nte diversa, se no che gusto c’è. Lei è una persona seria? Sul lavoro molto, penso sia anche una questione di rispetto per gli ospiti, per il mio staff. Per il resto amo divertirmi, ho uno spirito goliardico, mi piace andare a ballare. Ero cosciente quando ho iniziato questo lavoro che avrei avuto poco tempo libero, quello che ho lo passo viaggiando. Con mia moglie. Cita sua moglie anche nel profilo di WhatsApp... Per me è fondamenta­le. Ci siamo sposati dopo i 40 anni, avevo sempre detto che se non avessi trovato la donna perfetta per me non lo avrei fatto. Non ne avevo l’esigenza. Poi ho conosciuto lei e ho incontrato la mia donna ideale. Come si riconosce la donna ideale? Io l’ho capito dal suo modo di ragionare, dal suo modo di vivere. Abbiamo avuto entrambi figli da relazioni precedenti e ora siamo una famiglia. È precisa, attenta, ama scoprire posti nuovi, il buon cibo... ecco, non avrei mai potuto sposare una persona che non ami la buona tavola. Addirittur­a? E una vegana? No, non fa per me. Tra l’altro io quando l’ho conosciuta non avevo nessun interesse ad avere una relazione, stavo proprio bene, invece dopo che l’ho vista, cinque anni fa, non ci siamo lasciati più. E tre anni fa ci siamo sposati, appunto. Colpisce l’amore ma anche la sua intransige­nza culinaria. Immagini la scena: torna a casa la sera, stanco, e non ha cenato. Aprirebbe mai una scatoletta di tonno? Se è di alta qualità sì. Mi è anche capitato di farlo, di mettere del tonno morbido su delle fette di pane tostato, un po’ di olio extravergi­ne... Sì ma così anche il tonno in scatola diventa una cosa chic. Il nostro lavoro è così, bisogna metterci le mani, stare tutti i giorni sul pezzo, appassiona­rsi, inventare. Molti suoi colleghi sono personaggi tv. Lei come si definisce? Un cuoco imprendito­re: il mio primo obiettivo resta sempre cucinare.

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Andrea Berton, nato a San Vito al Tagliament­o (Pordenone) 47 anni fa, è tra gli chef italiani più quotati.
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