Corriere della Sera - Io Donna

ALESSANDRO MANNARINO

“Il sentimento è il carburante del mondo” dice il cantautore romano, alla vigilia del TOUR SOLD OUT. E si mette a nudo, tra ricette anti-rabbia e il disinteres­se (proprio così!) per la felicità

- di Maria Laura Giovagnini

L a felicità? Non mi interessa come concetto. Non voglio essere felice. Voglio essere sveglio. Acceso». No, non è una posa. Alessandro Mannarino è proprio così. Segue percorsi mentali non scontati. Va all’essenziale. Anche l’immancabil­e cappello, non è (solo) un vezzo estetico: «Un’eredità del nonno, assieme all’amore per Trilussa e Petrolini». Dopo il “botto” del nuovo album, Apri

ti cielo, il cantautore romano parte oggi per il tour già sold out (alcune date sono state triplicate). «Ogni concerto sarà impostato per parlare all’inconscio. Attraverso le canzoni - e con l’aiuto di proiezioni - affronterò temi come la guerra. Sottolinee­rò che esiste possibilit­à di cambiament­o per ognuno, purché si affronti la parte più oscura di noi. C’è tutta una cultura cattolica - e pure psicoanali­tica - secondo cui l’uomo nasce col mostro dentro, il “peccato originale”. Invece non sono mostri individual­i, sono mostri creati dalla cultura, dalla società».

Inviterà il pubblico a specchiars­i?

Sì, a guardare le proprie bruttezze. I conflitti nascono dal non riconoscer­si simili, fratelli.

Sul suo dark side che cosa ha scoperto?

In questi anni ho lavorato molto su me stesso... Bisognava risolvere soprattutt­o il problema della rabbia. Oggi mi devo godere i frutti. Lo star bene è contagioso, è l’atto politico più importante in questo momento storico. Se vai al corteo e, quando torni a casa, odi tua moglie, i tuoi figli ti urlano in faccia... a che serve?

Da dove arrivava la rabbia?

Dall’infanzia forse, dalle delusioni sentimenta­li di sicuro. La cosa più difficile al mondo è il rapporto tra un uomo e una donna: un cimento continuo, siamo due universi totalmente opposti. A un certo punto ho becccato pure la Donna Fredda... Ne ho incontrate di micidiali, pensano unicamente a come distrugger­ti. Infatti ora sto da solo, basta!

Esagerato.

No, guardate: io le donne le capisco. C’è una lotta in corso tra i sessi. Alcune reagiscono alla condizione femminile diventando succubi, altre dicono: “Adesso ne prendo uno e lo massacro”. La risolverem­o tra 2000 anni.

Ma lei canta l’amore “carburante dell’universo”.

Sì, inesauribi­le. Sfida le leggi della fisica: quando tu ne dai, carichi gli altri e ti ricarichi, mentre di solito un eco-sistema deve mangiare per avere energia. Non alludo esclusivam­ente alla coppia.

“E questa vita mia/è tutto quel che ho/più breve lei sarà/e più forte canterò” intona, sempre in Arca di

No•. C’è ancora del “maledettis­mo” in lei?

No no no, non ho più istinti autodistru­ttivi: ho sempre pensato che non me ne fregava niente se morivo domani (avevo il mito del ribellismo, di Tom Waits), invece questa vita inizia a piacermi.

Come ha “svoltato”?

Ti convincono che, per essere geniale, devi essere sregolato. Non è vero. Mi sono chiesto: sono più maledetto se mi ubriaco e la mattina dopo non ho la forza di fare niente, o se sto in campana e porto avanti lucidament­e la mia rivoluzion­e? Il coraggio di essere diverso dagli altri, di non omologarmi, di amare la mia unicità e proporla senza paura. Il mondo è stato cambiato da gente - come Steve Jobs - che ha avuto la caparbietà di imporsi: io questa cosa la realizzo a modo mio.

A chi deve una visione così libera?

A una maestra fortissima che - in una scuola di periferia con molti problemi, a San Basilio - ha visto che avevo un talento per la poesia e mi ha dato fiducia in me stesso. Al liceo classico, poi, ho incontrato una professore­ssa di filosofia marxista-leninista che mi ha cambiato la testa. Gli studi di antropolog­ia all’università hanno fatto il resto: ti destruttur­i, capisci che la tua cultura è solo una delle tante... Se in Africa si crede agli Orisha e a Cuba alla santeria, perché Dio dovrebbe valere di più? Per finire, ho seguito a Roma il movimento di Massimo Fagioli, lo psichiatra scomparso un paio di mesi fa, quello dell’analisi collettiva. Per 40 anni ha combattuto contro la Chiesa in nome della laicità: l’hanno massacrato, salvo riabilitar­lo post mortem.

Poesia, marxismo, antropolog­ia e “fagiolismo”. E la musica, quando è arrivata?

Quando mio padre mi ha regalato una chitarra, a 15 anni. Un “risarcimen­to” perché mi aveva messo in punizione (chiudendom­i in casa) per certe amicizie di quartiere che non gli piacevano. “Così questo si calma” ha immaginato, sperando che mi sarei deciso ad andare a suonare in parrocchia. Errore.

 ??  ?? Alessandro Mannarino, 37 anni, e (nella pagina a fianco) la copertina del suo ultimo album, Apriti cielo. Ha debuttato nel 2009 con Bar della rabbia, ottimo successo di critica e di pubblico.
Alessandro Mannarino, 37 anni, e (nella pagina a fianco) la copertina del suo ultimo album, Apriti cielo. Ha debuttato nel 2009 con Bar della rabbia, ottimo successo di critica e di pubblico.
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