Corriere della Sera - Io Donna

CATERINA BALIVO

Abitini premaman per il momento non ne compra. In attesa di una bambina, madre per la seconda volta, la conduttric­e tv evita di allacciare i VESTITI TROPPO STRETTI. E rilancia: “Sono incinta, ma si può avere una vita felice anche senza figli”. Storia di u

- di Maria Luisa Agnese

“Ho voglia di raccontare, di raccontarm­i: la quotidiani­tà può essere parecchio straordina­ria. Il boom di Facebook e di Twitter? Un elemento di democrazia”

Da quando ha saputo di aspettare un figlio, nella famiglia allargata di Caterina Balivo poco è cambiato: «La maternità è una gioia, non una malattia invalidant­e, è un cammino che incominci insieme a un altro essere, che ti porti in grembo per qualche mese. Aspettare un figlio non è scontato, io sono fortunata ma ci sono tante donne che non ce la fanno a restare incinte. E soffrono. Per questo non voglio essere di peso agli altri» dice annunciand­o a Io donna il suo “stato di grazia” e rivelando che il nuovo arrivato sarà femmina. E forse per questo Caterina Balivo finora ha rinunciato solo alla palestra, per il resto la vita e le scadenze quotidiane della sua tribù - due figli del primo matrimonio del marito, il finanziere Guido Maria Brera, e Guido Alberto, figlio di entrambi, quasi cinque anni - non sono mutate. Non ha neppure comprato un guardaroba nuovo, come un altro personaggi­o in attesa, Amal Clooney Alamuddin che ha già speso, al quinto mese, 200mila euro di abiti premaman: «Entro ancora in quelli che ho, al massimo apro un bottone». Conciliare il lavoro dunque, con una famiglia allargata non è impossibil­e? «Ho tre sorelle, e mia mamma ha sempre detto che avrebbe voluto altri figli: non sono abituata alla lagna, vado avanti». E così continua con le sue otto ore di registrazi­one negli studi di Detto Fatto, la trasmissio­ne che conduce su Rai2 e che quest’anno vive la sua migliore stagione di ascolti.

Anche se Caterina minimizza, con napoletano e saggio ottimismo, il percorso verso la sua nuova gravidanza non è stato facile. Due anni fa ha perso un bambino, un fulmine a ciel sereno, proprio non se lo aspettava dopo che la prima gravidanza era andata a gonfie vele, come ha raccontato al Corriere. «Quel racconto è stato una liberazion­e, mi ero tenuta il dolore dentro per troppo tempo, sbagliando, perché il disagio va elaborato e mi ha fatto molto bene condivider­lo». E forse ha anche portato fortuna. Terza a Miss Italia nel 1999, Balivo ricorda l’esperienza con allegria: «Allora era l’unica occasione per evadere da Aversa per una che a 13 anni voleva essere Ambra, a 15 sognava

Bellissima e a 17 voleva essere la più bella della scuola». L’incontro con Guido Maria Brera, brillante nel suo mestiere e anche scrittore ( I

diavoli), le ha cambiato la vita: «Subito ho ca- pito che mi andava bene tutto di lui, anche l’accento un po’ romano e l’enorme crocifisso d’oro del nonno che aveva al petto. Certo, i nostri due ego fanno parecchio a botte, ma vi dirò che il mio soccombe prima, perché lui è una persona rara. Non avevo mai pensato di sposarmi né di avere figli, ero semmai una grande viaggiatri­ce. Poi Guido che aveva già due figli mi ha fatto capire a quante cose bellissime stavo rinunciand­o. Credo comunque che una donna possa avere una bella vita an-

“Non pensavo di diventare mamma, è stato mio marito a farmi cambiare idea. Una donna non si completa con la maternità, ma con l’amore”

che senza figli, e lo dico io che adesso aspetto un bambino. Una donna non si completa con la maternità, ma si completa con un amore. Sono stata a un matrimonio nella magnifica sala del Tricolore di Reggio Emilia, era di due amici omosessual­i, una cerimonia intima, eravamo solo sei persone, mio marito era il testimone, io la fotografa. Ho pianto...Tutti abbiamo bisogno di un amore vicino» dice Caterina. E racconta questa sua vita di mamma acrobata dello spettacolo anche sui social: «Ho voglia di raccontare la mia quotidiani­tà che per me come per tanti è parecchio straordina­ria». Una narrazione intima e familiare con i followers che sommando Instagram, Facebook e Twitter (sotto lo slogan “nata per ribellarsi”) viaggiano sul milione e mezzo, senza contare quelli del blog e di Snapchat, tutti seguiti da lei in prima persona. Per Caterina l’esplosione dei social è stato un elemento di democrazia soprattutt­o «per quei personaggi che vanno meno in giro e che sono meno protagonis­ti di scandali e quindi considerat­i meno attraenti dai media, e che lì possono raccontars­i direttamen­te». Una via quotidiana a un divismo 2.0, più accessibil­e e diffuso insomma, fatto meno di eccezional­ità e più di normalità.

Una quotidiani­tà che le persone a volte non apprezzano abbastanza, se posto cose tipo che sono stata al supermerca­to, quasi si arrabbiano, mi vorrebbero più glamour». In questo panorama, può capitare anche il piccolo incidente di percorso, perché si sa che c’è anche l’aspetto insidioso dei social, la rete è popolata di odiatori in agguato, quelli che Caterina chiama «i leoni da tastiera». È successo così che una sera vedendo Sanre

mo, Caterina abbia commentato con sintesi fulminea l’apparizion­e di Diletta Leotta: «Non puoi parlare di violazione della privacy con quel vestito e con quella mano che cerca di allargare lo spacco della gonna», e che si sia scatenato un putiferio: il suo tweet è stato visto come il veleno di una donna nei confronti di un’altra donna, tanto che lei si è affrettata a chiedere pubblicame­nte perdono. Non ha forse esagerato con le scuse, in fin dei conti ogni parere è lecito, come è lecito scegliere l’abito che si vuole? Non pensa di essere diventata un bersaglio, in nome di un’ipocrisia politicall­y correct? «No, ho sbagliato io. Prima di tutto perché una come me esperta di social doveva capire che era un errore concentrar­e un pensiero così profondo e controvers­o in 140 caratteri, su Facebook avrei potuto argomentar­lo di più. E poi perché mi è dispiaciut­o per quelle donne che si sono sentite offese, anche se era chiaro che sono stata fraintesa. Mai vorrei essere accusata di non avere solidariet­à femmi_ nile, io che sono cresciuta con quattro donne, mia madre e le mie due sorelle».

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La conduttric­e è sposata con JM OBO[JFSF (VJEP .BSJB #SFSB EB DVJ IB HJ» BWVUP VO HMJP (VJEP "MCFSUP RVBTJ BOOJ
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Caterina Balivo, 37 anni, nata a Napoli e cresciuta ad Aversa, conduce su Rai2 il programma Detto Fatto.
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Caterina Balivo, un milione e mezzo di followers, ha cominciato partecipan­do a Miss Italia: nel 1999 è arrivata terza.

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