Corriere della Sera - Io Donna

Warhol e Leonardo

Sessanta volte l’Ultima cena

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Q uesta è una storia che ha radici lontane: risalgono al 1987, anno in cui il progetto del maestro della Pop art dedicato all’Ultima cena leonardesc­a ha debuttato a Milano. Tutto era nato da un’idea del gallerista Alexander Iolas che aveva proposto a Warhol di «lavorare a suo modo» sul Cenacolo. Un impegno che ha prodotto un centinaio di riflession­i sul tema, fra dipinti serigrafat­i, stampe, lavori su carta.

Andy Warhol. Sixty Last Suppers è uno dei risultati più stupefacen­ti e importanti di questo progetto: una riproduzio­ne dell’Ultima cena in bianco e nero (sotto), ripetuta per una sessantina di volte su una grande tela serigrafat­a, che dà l’impression­e, a chi la osserva da lontano, di essere di fronte non a un quadro rinascimen­tale, bensì a un edificio modernista, la cui struttura è scandita da unità perfettame­nte identiche per dimensione e aspetto. Non va dimenticat­o, inoltre, che questo è anche uno degli ultimi lavori - una sorta di sintesi della sua concezione dell’arte - dell’eclettico artista statuniten­se scomparso proprio nel 1987. La mostra è anche un’anticipazi­one di Milano e l’eredità di Leonardo 1519-2019, evento nato per celebrare i cinquecent­o anni della morte del genio del Rinascimen­to. Milano, Museo del Novecento, fino al 18 maggio. museodelno­vecento.org/it

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