Corriere della Sera - Io Donna

QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO

- di Aldo Cazzullo

Apiù di metà della vita è ridicolo chiamare l’uomo che ti sta accanto “il mio fidanzato”. E nemmeno “compagno” mi sembra una parola appropriat­a. “Marito” non ha bisogno di altro, vuol dire tutto. Ma se qualcuno è tutto e non è tuo marito? . Il bel libro di Cinzia Sasso si intitola Moglie. È il racconto della rivoluzion­e seguita alla scelta di sposare quello che era già l’uomo della sua vita, Giuliano Pisapia. Ma le sue pagine (pubblicate da Utet) pongono questioni che vanno molto oltre la sua sfera privata. Ad esempio, coinvolge l’inadeguate­zza delle parole per definire le nostre vite, le relazioni sentimenta­li ed erotiche nel nostro tempo. Si chiede Cinzia Sasso: «Il tuo compagno, cos’è per tuo figlio? Ho un ricordo molto sgradevole di una gita di noi tre in montagna. Sono passati tanti anni, Francesco era solo un bambino. Ammutolito da due con le pedule che si arrampicav­ano con noi. “Non è il tuo papà? Allora chi è, l’amico della tua mamma?”. La volgarità di quella parola, “amico”, pronunciat­a con un’intonazion­e equivoca - oltre alla perfidia di usarla con un bambino -, mi disturba ancora come il graffiare di un gesso rotto sulla lavagna». La soluzione non esiste: dipende dalle situazioni, e dalle sensibilit­à. Una risposta alle curiosità e alle convenzion­i può essere, per chi può farlo, sposarsi, e rientrare nelle categorie tradiziona­li di moglie e marito; anche se talora - non nel caso di Cinzia - c’è il rischio di rovinare tutto, proprio a voler imprigiona­re in uno schema consueto un rapporto che aveva regole, ritmi e tempi propri. La parola magica, ovviamente, non esiste. Dire “la mia donna” o “il mio uomo”, ad esempio, fa un po’ cavernicol­o. Ricordo come si trasse d’impaccio un grande artista che se n’è andato troppo presto, Aldo Mondino. Presentand­o la sua donna, disse: «Lei è il mio grande amore». Nessuno poté ribattere nulla.

La soluzione non esiste: dipende dalle situazioni, e dalle sensibilit­à. Una risposta alle curiosità e alle convenzion­i può essere, per chi può farlo, sposarsi, e rientrare nelle categorie tradiziona­li di moglie e marito

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