Corriere della Sera - Io Donna

la morte? per me non esiste

- EDOARDO BONCINELLI

Avevo cinque anni quando mi sono reso conto per la prima volta dell’esistenza della morte. in quel caso riguardava i nonni, ma è chiaro che il punto centrale della questione èperme, comeper tutti, la miamorte, comeequand­osarà. non me ne sono però mai preoccupat­o molto, perché mi è sempre stato chiaro che io e leinon ci incontrere­momai: o ci sono io o c’è lei. il mio corpo si spegnerà, ma lamia presenzaam­e stesso no. idea forse stravagant­e, ma radicata in me. lamorte non esiste; esiste solo la vita, e basta e avanza. noi esseri umani sappiamo di essere vivi e che questa condizione non durerà per sempre. se tutto va bene, a poco a poco invecchier­emo e un giorno ci spegneremo. anche nel pieno dei nostri anni e di quelli dei nostri cari, ci accade ogni tanto di pensare alla morte, a“questo supremo scolorar del sembiante, e perir dalla terra, e venir meno ad ogni usata, amante compagnia ”( leopardi,

Canto notturno d’ un pastore errante d el l’ Asia,ndr). t al e riflession­e non è delle più amene, ma è assai diffusa. le domande fondamenta­li sono: Come sarà lamorte? Che cosami succederà allora? alla morte si pensa meno spesso e meno ossessivam­ente che nel passato; rappresent­a un evento più raro, perché le condizioni sociali e la scienza ne hanno fatto un fenomeno meno imprevedib­ile e perché la durata della nostra vita è aumentata e aumenta al ritmo di un trimestre in più per ogni anno che passa. Dal punto di vista astratto, la morte presenta almeno due caratteris­tiche contrastan­ti. su un pi anodi realtà, è un fenomeno naturale: gli esse riviventi da quando sono apparsi sulla terra sono morti, nessuno è mai sfuggito. sul piano conoscitiv­o ed esistenzia­le, invece, è il mistero di tutti i misteri: la consapevol­e limitatezz­a dell’ esserci. Cos’èlamorte? Dal punto di vistamater­iale è l’esauriment­o di un prestito. alla nascita è stato consegnato a ciascuno dino i un“tesoretto” di energia spendibile che può essere utilizzato in vari modi, ma finirà. e quando il presti tosi va esaurendo il corpo comincia a“darei numeri ”, cioè a perdere il controllo delle operazioni vitali. C’ è però anche la percezione di sé, la coscienza, quel sottofondo conoscitiv­o e demotivo che ci accompagna dalla mattina al laser ada quando abbiamo lasciato l’ infanzia. Chenesar àdiquesta alla fine della vita? nessuno lo sa, ma un filosofo greco suggerì un tempo che lamia coscienza non si sarebbe mai potuta incontrare conlamiamo­rte, perché o c’è la coscienza oc’ è la morte, mai entrambe contempora­neamente. la penso alla stessa maniera: morte e coscienza non sono compatibil­i. Quello che succederà dopo non è dato saperlo e ciascuno di noi deve morire con questo dubbio. o con una propria certezza, qualunque essa sia.

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