Corriere della Sera - Io Donna
Gioco a calcio per non essere più solo( e straniero)
Per divertirsi, migliorare il proprio fisico o permotivi di salute: lo sport è comunque una leva fenomenale per favorire la socializzazione e l’ integrazione fra culture diverse. A documentarlo è un’indagine su 1.200 studenti delle scuolemedie curata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con Coni e Cnr. Stando ai numeri, più dellametà dei giovani italiani che fa sport oltre la scuola ha almeno cinque amici, mentre fra chi non frequenta palestre, campi o piscine meno del 40 percento può contare sulla stessa re tedi relazioni. E la differenza è ancora piùmarcata fra i figli degli immigrati. «Ha più di cinque amici il 51 per cento di chi è sportivo fra loro e solo il 29di chi non lo è» dice Adele Menniti, delCnr( irpps.cnr.it/it), coordinatrice dello studio. «Le amicizie sono un indicatore importante di integrazione: fra gli stranieri che giocano a basket o a tennis, le relazioni coni coetanei italiani risultano più frequenti». Un gap, però, rimane: se l’86 per cento dei ragazzi italiani si dedica regolarmente auna opiùattività, fra gli immigrati la cifra scende al 63per cento. Il calcio e ilnuotosono, inentrambi i gruppi, ledisciplinepiù gettonate. La ricerca hamesso in luce altri valori positivi convogliati dallo sport: più del 60 per cento degli intervistati sostiene che insegna a saper perdere, circa lametàcheil sacrificio premia.