Corriere della Sera - Io Donna
La ricerca per ledonne
Far “morire di fame” il tumore dell’ovaio, unodei più temutiperché colpisce circa 4.800 italiane ogni anno ed è difficile da diagnosticare e curare. È l’obiettivo dif armaci an ti angiogen etici come bevacizu
m ab, già in clinica, op az op anib, sviluppato in Italia da ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori- FondazioneG. PascalediNapoli( isti
tutotumori.na.it) cheora, conilgruppodi studioMito sul tumore all’ovaio, sta cercando di individuare le pazienti più adatte per queste terapie, grazie a un progetto sostenuto dall’ Associazione perla ricerca sul cancro. «Glian ti angiogen etici rallentano la progressione della malattia» spiega Sandro Pignata, coordinatore del gruppo Mito .« In alcuni casi, però, possono dare effetti avversi, senza un reale beneficio: per selezionare le candidate ideali, stiamo verificando se alcuni bi o marcatori, i cosiddetti microRNA, siano associati a una risposta migliore alla cura. Caratterizzare il tumore di ogni donna, significa trovare il bersaglio giusto e trattamenti più efficaci: il cancro all’ovaio è particolarmente eterogeneo, la stessa terapia non può funzionare per tutte». Gli studi su questo tumore saranno anch’essi al centro della giornata dell’Azalea della Ricerca di Airc:il14m aggio, in più di 3.600 piazze, si potrà acquistare una pianta per contribuire allo sviluppo di progetti di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili. Per info: airc.it, tel. 840.001.001.