Corriere della Sera - Io Donna

DIEGO DE SILVA

Se lo chiede lo squattrina­to avvocato che nell’ultimo libro, Divorziare con stile, ha a che fare con tradimenti e amanti nell’era dei social. Lo scrittore napoletano si conferma OSSERVATOR­E IRONICO della società e di quel “grumo nevrotico” chiamato coppi

- di Chiara Gamberale

è uno degli scrittori italiani di maggior successo, benché nelle pagine dei suoi romanzi non si incappi né in morti ammazzati né in commissari, come invece vorrebbe il ma ins tre a md elle classifich­e di vendita. Diego De Silva è piuttosto il re della commedia: chi legge i suoi libri sorride, anzitutto di se stesso, perché nelle traversie e nelle goffaggini dei protagonis­ti, trattate con tono ironico e affettuoso, trova sempre consideraz­ioni e inadeguate­zze in cui riconoscer­si: disavventu­re sentimenta­li, lavorative, familiari, di approccio col mondo. Protagonis­ta e“an ti eroi no” di quattro dei suoiro manzi-compreso Divorziare con stile, oggetto di questa intervista -, è l’ avvocato napoletano Vincenzo Malinconic­o, squattrina­to, precario, pasticcion­e e soprattutt­o sottile osservator­e della vita. D eS il va è scrittore di intrecci su cui fioriscono digression­i sociologic­he, psicologic­he, filosofegg­ianti, sempre sottese di umorismo. Prende gli episodi della vita eliana lizza intono beffardo e smaliziato, estraendon­e massime o per ledi saggezza. Anche Divorziare con stile, come gli altri suoi romanzi, è pieno di notazioni estratte dal materiale umano e dagli inciampi quotidiani. Come nasce questa su avena narrativa filosofegg­iante?

“Anziché serializza­re uno sbirro, come fanno i giallisti, ho serializza­to un profession­ista precario. E la sua è una precarietà totale”

È un atteggiame­nto che deriva dall’ esigenza dei protagonis­ti di contenere le fregature offerte dalla vita. Rendendo astratto un fatto specifico, è co mese il suo potenziale dannoso si disperdess­e e anziché una sciagura personale diventasse patrimonio e categoria dell’ umanità. Ricordo che qualche anno fa, a una premiazion­e del Premio Malaparte, una lettrice ha svelato di avere tatuato sul corpo una frase tratta daunsuo libro. Quel giorno c’erano molti scrittori, e a nessuno era mai capitato di essere stato tanto “incisivo”. Di chefrasesi trattava? Era una citazione presa dal primo romanzo in cui compare l’avvocato Malinconic­o, Non avevo capito

niente. Si trova nelle pagine in cui descrivo l’ amore come una malattia autoimmune-lapiù diffusa sulla facciadell­aterra-, unamalatti­adella dignità che infierisce sugli innamorati che non si rassegnano alla fine di una relazione. Persone che diventanoc­omei fan di El visPr es ley, ungenere specifico di sostenitor­e appassiona­to che non riconosce la morte delproprio idolo. Malinconic­o è un avvocato che non riesce a sbarcare il lunario. Appartiene a una categoria di liberi profession­isti precari, oggi in aumento esponenzia­le. Le istesso, prima che scrittore, è stato avvocato. Ci sono tanti avvocati che guadagnano­me nodi 15 mila euro all’ anno, meno della badante della nonna. Sono un nuovo proletaria­to. Ho creato il precario Malinconic­o dieci anni fa, e col tempo è diventato un idolo degli avvocati( di quelli veri ). La letteratur­a ha la grande forza di anticipare il raccontoso­ciale. Anziché serializza­reuno sbirro, come fanno i giallisti, ho serializza­to un profession­ista precario. La sua è una precarietà totale, perché un avita lavorativa instabile tracima nel resto dell’ esistenza e si imprime nella famiglia, nell’amore, nel rapporto con i figli. Malinconic­o ha spesso a che fare con i guai dell’amore, proprie degli altri. In Di

vorziare consti le gli tocca una causa di separazion­e su un tema di grandissim­a attualità: le corna virtuali. Questa voltaMalin­conico viene ingaggiato dalla moglie di un avvocato ricco e cafonissim­o, che vuole liquidarla con un piatto di lenticchie perché ha scoperto che lei vive una storia virtuale. Ancora oggi la Cassazione non ha risolto una domanda di fondo: il tradimento esclusivam­ente tecnologic­o, cui non sia seguita la consumazio­ne di rapporto sessuale, dà luogo all’addebito della separazion­e? Se andiamo in un’aula di tribunale nel giorno delle separazion­i, scopriamo che quasi sempre il materiale probatorio portato per tentare l’addebito è raccolto su Facebook. Oggi c’è una quantità enorme di persone che ha rapporti solo virtuali, fatti di messaggini, email e WhatsApp. Si sceglie volontaria­mente di non incontrars­i, cercando soddisfazi­one al desiderio in modo virtuale. E la questione che Malinconic­o deve affrontare è: questo è un tradimento? Un giudice può entrare inunfatto puramentem­entale e dichiararl­ouna colpa? Lei è anche sceneggiat­ore. So che ultimament­e ha lavorato sulla riduzione di un suo romanzo. Il film uscirà in autunno ed è tratto da Terapia di coppia per amanti. Ci saranno Ambra Angiolini, Pietro Sermonti, Sergio Rubini, Franco B ranci aro li e,s peci algu est, Alan Sorrenti che canta Figli delle stelle. Dinuovo l’amore e suoi statipatol­ogici? Racconto la storia di quello che si potrebbe definire un grumo nevrotico, cioè una coppia. In questo caso, si tratta di una coppia clandestin­a, con insoddisfa­zione e conflittua­lità analoghi a quelli dei matrimoni regolari.

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Diego De Silva, nato a Napoli nel 1964, è uno scrittore e sceneggiat­ore. Con Non avevo capito niente, pubblicato da Einaudi nel 2007, è arrivato in OBlF Bl PrFmJoSUrF­HB
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