Corriere della Sera - Io Donna
LA MILANO PIù BELLA SIAMO NOI
Senegal, Cina, Colombia. I bambini che vedete in queste pagine vengono da ogni parte del mondo, ma hanno frequentato lo stesso asilo di NoLo (North of Loreto). Il più MULTIETNICO E SOLIDALE. Perché, se una famiglia non ce la fa, la si aiuta con una collet
Per “Il bambino esploratore e lo spazio”, le famiglie non si sono tirate indietro: hanno raccolto articoli, fotografie, materiali. Nessunproblema di comunicazione con le mamme straniere: la rappresentante si è fatta in quattro, le maestre hanno spiegato e rispiegato a cosa serviva. Adesso, in classe, sono appesi sul soffitto dei pianeti colorati, mentre alcuni cartelloni descrivono costellazioni e astronavi. Intanto i bambini si preparano all’ultimo saggio-a settembre andranno alle elementari - cantando Nano
Nano di Mork e Mindy in versione Vado Vado. Siamo nella scuola dell’infanzia Venini 80 di Milano,
nelcuoredi“NoLo”, ovvero North of Loreto, com’èstato ribattezzato il quartiere piùmultietnico della città (con punte del 35 per cento di stranieri), dove il vecchio e il nuovo sperimentano forme inedite di convivenza quotidiana .« Una zona scelta da giovani famiglie italiane di creativi, intellettuali, designer» ci dice Alberto Ciul lini, consigliere del Municipio 2,« che hanno minore diffidenza, o maggiore disponibilità, a integrarsi con gli immigrati ». Unmeltingpot che può funzionare« sei ba mbini-che non fanno caso alle differenze-continuano a frequentarsi anche fuori da scuola». Ve nini 80 è un esempio positivo di comunità dove ognuno f ala suap arte-famiglie, educatrici, istituzione-e il risultato salta agli occhi. Prendiamo la classe rossa di queste pagine, per esempio. Dei 25 bambini, 12 sono stranieri: cinesi, sudamericani, africani di prima e seconda generazione. Fin da subito, la classe è stata “una famiglia”, come ci diceNely, ivoriana da 10 anni in Italia, mamma di Sidney. «Ci siamo sempre venuti incontro, anche con i cinesi che hanno più difficoltà con la lingua. Esequalcuno ha problemi economici, ci pensano gli altri. Non escludiamo nessuno ». È successo che, all’avviso con la proposta di un’uscita didattica,
a pagamento, unpaiodi famiglie si siano tirate indietro. «Glialtri si sono offerti di coprire la quota» ricordano le maestre Sara Chirchiglia e Natalizia B arto lotta .« Noi comunque stiamo sempre molto attente alle proposte lo wc ost,propr io per non mettere indifficoltàgli adulti». Con un occhio al portafogli e l’altro alla qualità, le maestre sono riuscite a organizzare cinque visite ai musei di Milano, con partecipazione al completo. «Negli avvisi mettiamo spesso delle immagini, per aiutare chi nonparla lanostra lingua». Le incomprensioni sono ridotte al minimo: metà dei bambini non fa religione, tra loro molti sono gli italiani( i cinesi invece sì ),« ma quando in tre ci hanno chiesto di costruire il presepe nessun problema, abbiamo solo informatole mamme ». Lo stesso quando uno dei“non frequentanti” ha chiesto di passare ai racconti della Bibbia, dopo quelli deimiti greci. A Natale la tradizione è rispettata: si fa l’ albero e il calendario dell’ Avvento, mentre lama estradi religione si occupadelpresepe conmaterialidi riciclo. In quanto alla mensa, solo una bimba della classe rossa segue ladietaetico-religiosa: «L’hadeciso lamiamamma» dice. Elachiudelà. C’ è da dire che l’ integrazione non si costruisce dall’ oggi al domani. Sono anni che nell’ asilo divi aVen in i80l’ inter cultura è realtà :« Tempo fa abbiamo seguito un corso di formazione del Comune tenuto da mediatrici, per studiare la cultura d’ origine delle nostre famiglie », raccontala responsabile, Maria Luisa Id ili .« L’ esperienza ci ha insegnato che gli stranieri hanno aspettative enormi: affidano i loro figli all’istituzione scolastica, e considerano un onore far parte della nostra comunità ».
Al colloquio per l’accettazione arrivano con la valigia piena di documenti, per essere sicuri di avere ilnecessario. Ormai conmolti di loro ci conosciamo bene; di una famiglia egiziana abbiamo accolto il quinto figlio. La nostra è una bella realtà. Ecerchiamodi renderla sempre più bella». Qualche criticità c’è stata, naturalmente, «ma più con gli italiani. L’unico ostacolo può essere l’estrema riservatezza. Quando una coppia straniera si separa non ce lo dice, anche se ci aiuterebbe saperlo, per il bambino». Se lemaestre si spendono con tutte le energie, anche i
Le famiglie straniere si aspettano molto dall’istituzione scolastica. Perché per i bimbi e per le loro famiglie è un onore far parte della comunità
genitori della classe rossa non sono d ameno. Larappresentante, MonicaGarini, dice che« sono statele mamme straniere a fare la differenza. Perle feste a scuola cucinanoi piatti tradizionali, e guai a non assaggiarli. Ci riempiono di cibo. In quanto alle raccolte fondi perle attività extra, sono le prime a pagare, a costo di qualche sacrificio». Al pomeriggio, i bambini continuano a giocare insieme ai giardinetti, mentre gli adulti chiacchierano. E alla pizzatadic lasse di Natale, c’ è il pienone .« Fin almen telecinesi si son osca rica teWhatsapp, che è utilissimo. Vogliono sentirsi coinvolte, fare la loro parte ».