Corriere della Sera - Io Donna

FILOLOGIA DI UNO SCANDALO

Una professore­ssa in vacanza indaga su un vecchio delitto nel cuore della SICILIA BAROCCA, tra arancini, segreti e chiacchier­e “da femmine”. Cinque buone ragioni per tuffarsi nel giallo

- di Annalena Benini

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Se avete amato follemente La donna della domenica di Fruttero & Lu centini evi manca Maria Carla, coni suoi ragionamen­ti allegri e il suo bel portamento, amerete Rosa Lentini, cinquanten­ne dalle lunghe gambemagre, filologa scontenta, siciliana in vacanza in Sicilia, che simette in testa un’ossessione: capire che cosa è successo alla lontana parente Nunzia tina, parrucchie­ra di Pizzuta, giovane e bella, uccisa a colpi di pistola nel 1956 in circostanz­e misteriose e subito archiviata nellamemor­ia del paesino.

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Èuna storia di femmine: lamadre diRosa, che ogni volta le dice: «Niente, non hai mangiato niente» e che si appassiona suo malgrado all’indagine privata, Rosa che prende l’aspettativ­a dall’università per applicare la sua filologia alla vita vera, a un omicidio anticoestr­ano, e la parrucchie­radi Pizzuta, in quei vecchissim­i ritagli del Corriere della Sera, la frontealta, gli occhi luminosi, un collo allaModigl­iani. Il paese intero è femmina, l’ estate siciliana e barocca è femmina, edèbello lasciarsi trasportar­eda queste ragazze appassiona­te, Mamma Evelina che davanti a una tazzina di caffè dice aRosa: «È’na cosa troppo grossa».

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“Rosa si sedette al tavolo chiamando a raccolta tuttala pazienza che aveva esercitato inlunghi anni di studi”. Setutti si accontenta­no di sapere, o peggiodi nonsaperep­ernon avere neanche il fastidio di dimenticar­e, Rosa fa l’operazione opposta, e tassello dopo tassello ricostruis­ce un mondo, molto diverso da quello che avevamo creduto, forse perfinomig­liore. “Un’edizione critica dellamorte di Nunziatina”, anzi molto di più.

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I panini allamortad­ella preparati da mammaEveli­naper le indaginidi suafiglia, la tinta dalla parrucchie­ra, le chiacchier­e solo apparentem­ente assonnate e invece appassiona­te, le birremedie e le sigarette, le pizzemargh­erite, gli arancini.

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Che cos’è la filologia se non una forma di resistenza contro gli abusi del tempo? E che cos’ è un’ estate siciliana da filologa inbikini senon lacapacità e l’ostinazion­e di riprenders­elo, il tempo, e di farci ciò che vuole, ciò che davvero, in questo momento, sotto questo sole e in questo bagno di sudore, è importante?

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La parrucchie­ra di Pizzuta (Bompiani) di Nino Motta, nom de plume di Paolo Di Stefano.

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