Corriere della Sera - Io Donna
IL MIO DOTTORE HA IL COLLARE
Calmano l’ansia, aiutano a tenere a bada la depressione, riducono la percezione del dolore: GLI ANIMALI? Pillole di serenità. Senza effetti collaterali
Dottore, sepermette, le metto l’antipulci. Perché ormai è scientificamente provato. Gli animali aiutano a stare meglio: terapeuti col collare. Lo dicono dati e diagnosi, dotti dibattiti e studi accademici. Come la ricerca recentemente effettuata dalla Casa pediatrica dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, che ha affiancato un cane a un gruppo di cento piccoli pazienti. Nel 64% dei casi la percezione del dolore si è ridotta e il battito cardiaco si è normalizzato. La pet therapy funziona, confermano esperienze condotte nelle carceri, nelle comunità, negli istituti psichiatrici, che sempre più spesso spalancano le porte agli animali. La loro presenza ha un impatto positivo su chi vive in situazioni di disagio. Secondo una ricerca giapponese, poi, a un cane basta uno sguardo per alzare i nostri livelli di ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”. E non dev’essere per forza un tenero cucciolo da spot: basta l’occhio languido di un botolo qualunque, magari un po’ bruttino, bavosetto. Osserva Simone Dalla Valle, educatore cinofilo e autore di Come
(e perché) scegliere un cane (Tea): «È una reazione chimica che la dice lunga sullo speciale legame che unisce uomoe animale. Un rappor- to atavico, unico, quasi una co- evoluzione: quella di due specie diverse che hanno imparato a condividere lo spazio. Con vantaggi che non sono più solo utilitaristicima psicologici, emozionali». Teorie certificate da cascate di dati. Ma chi vive con un animale, in fondo, già lo sapeva. Benissimo. Daunpezzo. Mai let- to i fumetti di Snoopy? Comemirabilmente sintetizza Charlie Brown: «Felicità è un cucciolo caldo». I gattinon sonodameno: Prozac ricoperti di pelliccia. Accarezzare un felino che fa le fusa espone a un irraggiamento di benefiche vibrazioni. Risultato: muscoli che si rilassano, tensioni che si sciolgono. E un netto miglioramento dell’umore. “Un farmaco senza effetti collaterali” è la definizione diJea n-Y vesGauch et, il veterinario che ha lanciato in Francia la “ronronthérapie”. «Non per niente, ora il ministero della Sanità ha dettato delle linee guida che regolamentano la pet therapy, o meglio, il settoreIAA, Interventi assistiti da animali. E ha individuato precise figure professionali, che richiedono una specifica formazione», spiega Elisa Garoni, veterinario che si occupa di pet therapy. «Prendiamo il caso di un bambino problematico o disabile: non si trat-
ta di portare lì un cagnolino da accarezzare. Dietro, c’è un’equipe di professionisti, educatori cinofili, psicologi o fisioterapisti, ingradodi preparare e guidare l’intervento».
PET THERAPY
Maanche la “pet therapy casalinga” funziona benissimo. Con un’ avvertenza: «I cani che danno felicità sono i cani felici. Non quelli che diventano problematici perché sono trascurati». Quindi, come in tutte le relazioni importanti, bisogna impegnarsi per far star bene l’altro. Come? Portandolo fuori spesso. Facendologiocare tanto. Conreciproco vantaggio: è così che diventerà un“terapeuta” perfetto. «Primopasso: ritagliarsi parentesi di benessere. Basta poco, anche dieciminuti di coccole, a fine giornata: insieme sul divano, tranquilli, senza televisione e cellulare. In situazioni co- me queste si rilasciano endorfine e aumenta laproduzionedi serotonina», osserva la veterinaria. C’è poi il momento del gioco: un cane che fa il buffone rincorrendo una pallina aiuta a lanciare lontanoanche il malumore. Ma la miglior “pet therapy” è una lunga passeggiata nel verde: «Istanti di mindfulness amplificati dal piacere di immergersi nell’ambiente». Perché il cane, annotaDalla Valle «in fondo è l’ultimo anello che ci unisce alla natura». Eccola, la ricetta. Dimenticare le ricette. E ida ti. E le statistiche. Camminare fianco a fianco, prendendosi il tempo che serve. Unitidaunguinzaglio (lungo) e da un legame (forte) che nelle fredde gabbie della ricerca scientifica ci sta un po’ stretto. Epazienza se poi lo becchi a fare a pezzi il tuo pigiama prediletto, sesièfregato l’ arrosto e ti masticale scarpe: tu lo _ sgridi, lui ti guarda. Maledetta ossitocina. Baciami, bracchetto.