Corriere della Sera - Io Donna
NEL DOLORE DI UNAMADRE
La bambina morta venti ore dopo la nascita. Il rischio di non farcela lei stessa. L’impossibilità di avere ALTRI FIGLI. Una giornalista di Io donna racconta la sua storia in un romanzo. Per incoraggiare le altre mamme mancate. A dare un nuovo senso alla v
Se perdi tua figlia, la tua unica figlia, venti oredopo lanascita, l’unicacosache smette di avere un senso è il futuro. Perché tu un futuro di colpo non ce l’hai più: la tua bambina, nutrita e sognataper 37 settimanee4 giorni, non è tra le tue braccia. Lei sarebbe dovuta essere il futuro, ovvio. In mezzo al dolore cheti travolge e che pois i ritira ritmicamente co mele onde del mare, ti ritrovi all’ improvviso stordita, come un pugileko.Ch eh a perso e, che nel suo dolore sordo e martellante alla faccia, percepisce tutto al rallentatore. Ti diventa chiara solo la realtà: non sei nel club delle mamme. Niente pappe, niente dentini, niente primi sorrisi. A me è successo l’ estate di sei anni fa. Son ostata mamma per poche ore. Un virus, beffardo e sconosciuto, ha cancellatola nostra promessa di famiglia. Tutto era pronto inme. Invece mi hanno dato pastiglie di Dostinex per inibire lamontata lattea. Tutto era pronto in casa: la culla di vimini bianca è finita in garage. Insieme alle lenzuola avute al baby shower. Ho pianto e urlato per giorni in una stanza vuota, quella di nostra figlia. Vuota co mela pancia, ormai inutile. Nelmio romanzoParlami di lei, inuscita il 31ago-
sto( Cairo editore ), hovolutori-percorrere quell’ odissea. Non per farne unmemoir, perché racconta invece una storia di rinascita e resilienza, ma per il desiderio di dare voce, e incoraggiare, tutte le donne con esperienze simili al lamia. Perché il dolore di unamadre, oggi ne sono convinta più che mai, èildolore di tutte le madri. Eva condiviso, non nascosto. È quello, pubblico, per ConnieYa tese il pic col oC har li e, il bimbo inglese nato con una ma- lattiararaemortoametà luglio, dopoinutili tentatividi cura. Èquello, privato, delledonnechesi sottopongono a stimolazioni, ecografie, prelievi di ovociti, transfert embrionali, tra speranze e delusioni.
È anche il dolore per le donne morte di parto. Perché si muore ancora per complicanze ostetriche: è il lato oscuro della gravidanza di cui si parla troppo poco e solo quando lo impone la cronaca.
Nasce l’uomoafatica. Edèarischio dimorte il nascimento, sosteneva Leopardi inunadelle suepoesiepiù note. L’attimo della nascita è il più vicino allamorte, ripetono imedici. Dopo il parto, sono finita in Terapia intensivaper un’estesa emorragia: Nonsappiamosesi salverà , « avevano detto al mio compagno. Avevo sei ore di vita. Parliamone, allora. Adesso. Confesso che ancora oggi nonmi sono indifferenti le pance tonde come cocomeri delle donne incinte con i loro volti beati e impuniti. Come un radar le individuo ovunque: in ascensore, al supermercato, per strada. Sono squilli di tromba: non ho mai più potutoaverefigli. Avoltehodovuto mettermi le cuffiette in ufficio per non sentire racconti di vasini e prime candeline.
Eppure tutto cambia, tutto si trasforma. Per fortuna. La protagonista del libro, Alexandra, vive in un’ anestesia totale dei sentimenti, dove esi stesolo il prima e non il dopo. L’assenza della figliaMartina diventa però, con il tempo, una sortadioggettodi culto. Quando lo capisce, si apre di nuovo alla vita e torna a bussare la felicità. «Nonsipuòtornare indietro. Impara alasciareandare, Alex», levienesuggerito. «Si ricominciasempre».
La psicologa, quando ho lasciato l’ospedale, mi ha detto: Si può essere « madre in tanti modi . » Una frase incomprensibile allora, che però non ho dimenticato. Più tardi è stata un’ illuminazione: dovevo creare nuovi progetti. Dopotutto ero ancora viva. Oggi lavoro in un magazine importante, curo un’associazione culturale, Spazioalieno, piena di creativi. Gestisco un blog sulle quarantenni, glam40.com. Pratico lo yoga e soprattutto la meditazione buddista, ognigiorno. C’èunconcettodi questa filosofia chemi piace: hendoku
iyaku. In giapponese significa “trasforma il veleno inmedicina”: ogni prova è carburante per qualcosa di » positivo. Il fiore di loto cresce nella melma, chiunque può(ri) fiorire. Voglio vederla così.
Ora so - l’ho imparato - che le donne senza figli non sono fantasmi, non sono esseri incompleti, ma persone coraggiose. Sono, in un certo senso, donne nate due volte. ComeAlexandrache, inParlamidi
lei, trova la sua missione. E riscopre se stessa.
C’è il dolore pubblico di Connie Yates e il piccolo Charlie. E c’è quello privato delle donne che si sottopongono a stimolazioni, FcPHSa F prelievi di ovociti