Corriere della Sera - Io Donna

NEL DOLORE DI UNAMADRE

La bambina morta venti ore dopo la nascita. Il rischio di non farcela lei stessa. L’impossibil­ità di avere ALTRI FIGLI. Una giornalist­a di Io donna racconta la sua storia in un romanzo. Per incoraggia­re le altre mamme mancate. A dare un nuovo senso alla v

- di Michaela K. Bellisario

Se perdi tua figlia, la tua unica figlia, venti oredopo lanascita, l’unicacosac­he smette di avere un senso è il futuro. Perché tu un futuro di colpo non ce l’hai più: la tua bambina, nutrita e sognataper 37 settimanee­4 giorni, non è tra le tue braccia. Lei sarebbe dovuta essere il futuro, ovvio. In mezzo al dolore cheti travolge e che pois i ritira ritmicamen­te co mele onde del mare, ti ritrovi all’ improvviso stordita, come un pugileko.Ch eh a perso e, che nel suo dolore sordo e martellant­e alla faccia, percepisce tutto al rallentato­re. Ti diventa chiara solo la realtà: non sei nel club delle mamme. Niente pappe, niente dentini, niente primi sorrisi. A me è successo l’ estate di sei anni fa. Son ostata mamma per poche ore. Un virus, beffardo e sconosciut­o, ha cancellato­la nostra promessa di famiglia. Tutto era pronto inme. Invece mi hanno dato pastiglie di Dostinex per inibire lamontata lattea. Tutto era pronto in casa: la culla di vimini bianca è finita in garage. Insieme alle lenzuola avute al baby shower. Ho pianto e urlato per giorni in una stanza vuota, quella di nostra figlia. Vuota co mela pancia, ormai inutile. Nelmio romanzoPar­lami di lei, inuscita il 31ago-

sto( Cairo editore ), hovolutori-percorrere quell’ odissea. Non per farne unmemoir, perché racconta invece una storia di rinascita e resilienza, ma per il desiderio di dare voce, e incoraggia­re, tutte le donne con esperienze simili al lamia. Perché il dolore di unamadre, oggi ne sono convinta più che mai, èildolore di tutte le madri. Eva condiviso, non nascosto. È quello, pubblico, per ConnieYa tese il pic col oC har li e, il bimbo inglese nato con una ma- lattiarara­emortoamet­à luglio, dopoinutil­i tentativid­i cura. Èquello, privato, delledonne­chesi sottopongo­no a stimolazio­ni, ecografie, prelievi di ovociti, transfert embrionali, tra speranze e delusioni.

È anche il dolore per le donne morte di parto. Perché si muore ancora per complicanz­e ostetriche: è il lato oscuro della gravidanza di cui si parla troppo poco e solo quando lo impone la cronaca.

Nasce l’uomoafatic­a. Edèarischi­o dimorte il nascimento, sosteneva Leopardi inunadelle suepoesiep­iù note. L’attimo della nascita è il più vicino allamorte, ripetono imedici. Dopo il parto, sono finita in Terapia intensivap­er un’estesa emorragia: Nonsappiam­osesi salverà , « avevano detto al mio compagno. Avevo sei ore di vita. Parliamone, allora. Adesso. Confesso che ancora oggi nonmi sono indifferen­ti le pance tonde come cocomeri delle donne incinte con i loro volti beati e impuniti. Come un radar le individuo ovunque: in ascensore, al supermerca­to, per strada. Sono squilli di tromba: non ho mai più potutoaver­efigli. Avoltehodo­vuto mettermi le cuffiette in ufficio per non sentire racconti di vasini e prime candeline.

Eppure tutto cambia, tutto si trasforma. Per fortuna. La protagonis­ta del libro, Alexandra, vive in un’ anestesia totale dei sentimenti, dove esi stesolo il prima e non il dopo. L’assenza della figliaMart­ina diventa però, con il tempo, una sortadiogg­ettodi culto. Quando lo capisce, si apre di nuovo alla vita e torna a bussare la felicità. «Nonsipuòto­rnare indietro. Impara alasciarea­ndare, Alex», levienesug­gerito. «Si ricomincia­sempre».

La psicologa, quando ho lasciato l’ospedale, mi ha detto: Si può essere « madre in tanti modi . » Una frase incomprens­ibile allora, che però non ho dimenticat­o. Più tardi è stata un’ illuminazi­one: dovevo creare nuovi progetti. Dopotutto ero ancora viva. Oggi lavoro in un magazine importante, curo un’associazio­ne culturale, Spazioalie­no, piena di creativi. Gestisco un blog sulle quarantenn­i, glam40.com. Pratico lo yoga e soprattutt­o la meditazion­e buddista, ognigiorno. C’èunconcett­odi questa filosofia chemi piace: hendoku

iyaku. In giapponese significa “trasforma il veleno inmedicina”: ogni prova è carburante per qualcosa di » positivo. Il fiore di loto cresce nella melma, chiunque può(ri) fiorire. Voglio vederla così.

Ora so - l’ho imparato - che le donne senza figli non sono fantasmi, non sono esseri incompleti, ma persone coraggiose. Sono, in un certo senso, donne nate due volte. ComeAlexan­drache, inParlamid­i

lei, trova la sua missione. E riscopre se stessa.

C’è il dolore pubblico di Connie Yates e il piccolo Charlie. E c’è quello privato delle donne che si sottopongo­no a stimolazio­ni, FcPHSa F prelievi di ovociti

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 ??  ?? Parlami di lei (Cairo Editore, 288 pagine, 15 euro) sarà nelle librerie dal 31 agosto: è il primo romanzo della giornalist­a
Parlami di lei (Cairo Editore, 288 pagine, 15 euro) sarà nelle librerie dal 31 agosto: è il primo romanzo della giornalist­a
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