Corriere della Sera - Io Donna
GIULIA VECCHIO
In tv la rivedremo nel “Paradiso delle Signore”. A teatro fa ricerca con una compagnia di giovani. Nel privato FA COPPIA CON DAMIANO MICHIELETTO Ma quel che più conta è la serenità interiore. Di cui si occupa ogni domenica...
Allagit adi classe diprima liceo, l’hanno portata al teatro greco di Siracusa. Alla fine della rappresentazione, è andata dalla sua insegnante e le ha detto: “Ho capito cosa voglio fare nella vita: teatro ”. Sono passati alcuni anni( non tanti ), e Giulia Vecchio è diventata un’ attrice a tutto campo. La vedremo ancora nella seconda stagione del Paradiso delle Signore( dall ’11 settembre su Ra i Uno ). Nel frattempo porta avanti dei progetti di ricerca con la compagnia Eunemesi fondata insieme con altri ragazzi, diplomatico mele i alla scuola del PiccoloTeatro di Milano. Di recente è stata in scena con uno spettacolo di Eimuntas Nekrosius. Sta lavorando su Farm,isp irato a La fattoria degli animali. Intanto torna su Ra i Uno, con una serie popolare, dai grandi ascolti. Il nesso? Nonèdettocheci sia. Ognuno ha il suo percorso, ed è bello incontrarsi. In Il Paradiso del lesi--
gnore c’è una perfetta sinfonia femminile, èuna seriedel tipopower to thewomen,c on lap rima generazione di donne a lottare per l’ indipendenza economica. Siamo nel 1956, per lorononèfacile. Alla fine della prima stagione abbiamo lasciato il suo personaggio, Anna Imbriani, mentre decide di cresceredasolail suobambino. Checoraggio lamiaAnna! La famiglia la rinnega e il ginecologo si rifiuta perfino di visitarla. Ma leinon molla. È stato difficile interpretare una donna incinta, con le nausee, il peso sulla pancia. Una realtà che non conosco. Però si è già confrontata con la maternità, almeno in teatro. Ho recitato il monologo Maria alla croce di Dario Fo, da Mistero buffo. Me ne sono talmente innamorata che da lì mi sono avvicinata alla fede. Una scoperta tardiva, e anche qui ci sono di mezzo le donne: vado amessa da un anno grazie a due giovani suore che sono ilmioriferimento spirituale. Non è una forma- lità, ma un bisogno interiore. Il suo lavoro come si concilia con la fede? Cerco di essere a servizio degli altri, di emozionare raccontando belle storie. Lo stesso quando vado in chiesa, ad ascoltare chimi dicequ alcosa che va dritto al cuore. Per convincere il figlio di Damiano a venire amessa conme, gli hodettocheera unamagia. Sennònonc’era verso. Damiano Michieletto, regista teatrale di culto e suo compagno. Vi siete conosciuti per l’Opera da tre soldi. C’entra qualcosa la dinamicamaestro/allievo? Per niente. Il bel lodi Damiano è che si mette parecchio in discussione. Abbiamo lo stesso linguaggio, e ciascuno di noi ha bisogno del parere dell’altro, alla pari. Nonmi sono mai sentita schiacciata. È stato lui a spingermi afa retv,quan do ero dubbiosa; è un uomo positivo. Viviamo insieme la vitama non la casa, perchéDamianoè più spessoaTreviso, senonall’estero. Da ragazzina, mentre sognava di fare l’attrice ha partecipato amiss Italia. Quanto conta la bellezza? Non l’ ho mai vissuta bene. Da piccola, quando alle macchini ne a scontro i bambini mi facevano delle battute, io in lacrime, correvo da papà adirgli chenonvolevo essere bella. Mail peggio è arrivato quando il mio primo ragazzo mi preferì a mia cugina. Ci ho messo molto per superare il senso di colpa. Ho sempre cercato di dimostrare che ero brava. Èfelice? Sono in equilibrio con me stessa e con gli altri. Mi sento serena e in pace. Credo propri odi sì.
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