Corriere della Sera - Io Donna

ILPANEELER­OSE

di SerenaDand­ini

- Serena Dandini

Un’estate stridente, nonmi viene inmente nessun’ altra definizion­e. Eppure lo hanno capitomegl­io dei giornalist­i proprio le canzoni diThegiorn­alis ti editanti altri protagonis­ti canori di questa stagione balneare 2017. Nelle rime dei tormentoni delle hitmusical­i si è insinuata l’inquietudi­ne della nostra condizione esistenzia­le che ha perso per sempre l’innocenza delle estati di

Abbronzati­ssima e dei Watussi, quandola massima preoccupaz­ione perle nostre vacanze era la nuvola di Fan tozzi e poco altro.

Oggi Francesco Gabbani ci canta:“Fra le granite e le granate. Lasciate ogni speranza voi ch’entrate” e fotografam­eglio di tanti telegiorna­li il nostro stato d’ animo diviso tra l’ angoscia peri drammi che quotidiana­mente ci colpiscono e il desideri odi rincorrere comunque l’agognato benessere che una promessa di felicità ci aveva assicurato. Nelle canzoni spesso si racchiude quella saggezza che sintetizza­i tempi in cui viviamo, n onera Marc el Proust che diceva :“Non disprezzat­ela musica popolare perché si è riempita del sogno e delle lacrime degli uomini ?”. E quindi come disprezzar­e FabriFib ra eThe giornalist­i quandoci ricordano :“Dove sei? L’estate comincia adesso. Ma tu vuoi correre, c’è l’Apocalisse in centro... Beviamoci su, che qualcosa qui non funziona”.

E davvero qualcosa non funziona tra l’ emergenza migranti che un’emergenza non è, e l’emergenza terrorismo che tantomeno è un’emergenza e un’infinita lista di emergenze che comprende la crisi, lapovertà globale, il riscaldame­ntodel pianeta, le guerre... È tutto considerat­o eccezional­e, straordina­rio e invece è ormai purtroppo diventato normale, ordinario. Conviviamo quotidiana­mente con un mondo in fiamme e ci abbiamofat­to l’abitudine. Èorribile dirloma è così. Le nostre coscienze si sono assopite e la politica non ci ha certo dato un amano. A forza di allarmi, criticità e pericoli immediati abbiamo perso il senso e le ragion idi quel che ci succede intorno edè scesauna cappadi fatalismo generale che ci impedisce di indignarci ancora, come se tutto fosse al di sopra della nostra portata. Meglio lasciar decidere a chi dice di capirci qualcosa, a noinon rimane che imbastire piccole lotte fratricide contro chi ci ha fregato il posteggio. E allora ha ragione Salmo a cantare nella suahit Estate dim merda :“Che facciamo? Vabbéballi­amo. Conosco un posto co ol.F anno unMoscowMu­le...”.

Unnuovo aperitivo è sempreun’ottima opzione, non si chiama forse happyhourq­uelm omento magico quandosi beve al tramonto magari Senza pagare come ci suggerisco­no provocator­iamente Fedex e J-AXnel loro omonimo brano, una summa sociologic­a delle ingiustizi­e sociali acuiva incontro chi vuol fare la bella vita in discoteca. Verrebbe da dire“è la disuguagli­anza, bellezza !”, ma ognuno si dedica alle differenze di classe che più lo appassiona­noeai ritornelli che lo catturano. Io mi rivolgo ancora una volta a Thegiornal­isti, lamia band di riferiment­o per questi tempi duri e canto: “Sotto il sole, sotto il sole. DiRiccione, diRiccione. Mi pento. Enonci pensopiù, enonci pensopiù”.

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