Corriere della Sera - Io Donna
INTERVISTA A GIAN MARCO TOGNAZZI SULLA CUCINA
Di ChiaraMaffioletti
Gian Marco Tognazzi è il conduttore di Chopped, un nuovo prog ram matvdicucina( negli Stati Uniti èuncult) inonda suFo od Network( canale 33 del digitale ). Uncaso? Tutt’altro.
«Sono cresciuto con un padre (Ugo, ndr) che ha anticipato lamoda della cucina di 40 anni: ne parlava quandonon lo facevanessuno e loprendevano tutti ingiro».
La cucina era davvero una passione così radicata?
Era al centro della sua vita più del cinema. Diceva che l’ hobby era recitare e la cucina era il vero amore. Scrive val ibridi ricette, è stato direttore della primari vista patinata di cucina. Per lui la presentazione del piatto doveva essere un quadro e cucinava solo quello che proveniva dalla sua terra, dal suo orto.
Un precursore...
Enonvoglio sidimentichi. Viveval’80% del suo tempo a casa in cucina: era interdetta ai più, maame no, ero il suo assaggiatore.
Certi amori sono ereditari?
Dalla sua filosofia ognuno di noi ha attinto qualcosa: Ricky èquello che sidilettadi piùin cucina, Maria Sole ama sperimentare, provare ristoranti diversi. Ioho fattomia la parte piùlegataalla terra, diventando imprenditore vitivinicolo. Ho ripreso in mano la tenuta dove sono cresciuto, aVelletri, LaTognazza. Eora sono un produttore di quel vino che non mancava mai alle cene di mio padre, quelle attorno a cui sono stati costruiti tutti i suoi personaggi.
AUgoTognazzisar ebbero dunque piaciuti tutti questi programmi di cucina?
Be’, è stato il primo anche in quello: aveva girato delle puntate pilota di una trasmissione di cucina per Rete4. Nonandòinondama, anchelì, era in anticipo di 40 anni.
Anche perle ila recitazione è diventata l’ hobby?
Io, a differenza di Ugo, devo farei conti con un’ industria che oggi è più che altro un piccolo artigianato. Le opportunità si sonomolto ridotte ed è unmestiere che fanno molte più persone oggi. Pensare a un’ alternativa è fa redi necessità virtù: ci sono stagioni molto buone e altre di grande siccità.
Comecon il vino...
Sì, ma lì diciamo che - più buonoomeno buono - comunque lo fai. Con il cinema puoi anche non lavorare.
Un pensiero sugli astemi?
Li rispetto, come chi non mangia carne. Ma anche loro devono rispettare chilo beve, molto semplice.