Corriere della Sera - Io Donna
QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO
di Aldo Cazzullo
C’è DaciaMaraini, amatissima dalle lettrici del Corriere e di e c’è la sua amica storica Piera degli Esposti, l’attrice più ironica e autoironica “la perla dell’Adriatico” che si conosca. C’è Lea Vergine, la più importante critica d’arte italiana, e c’è Esterina Respizzi, che racconta cosa significava fare lamondina. C’èGiuliaMariaCrespi, chehapubblicato il
Corriere della Sera, e c’è Giovanna Tedde, che ha cresciuto figli e pulito casealtrui. Ci sonogiornalistecomeNataliaAspesieAdeleCambria, politichecomeEmmaBoninoeLucianaCastellina, musicistecomeGiovannaMarini e lamiticaNada che adoravoda bambino, la regista e fotografa CeciliaMangini, IngeFeltrinellieBenedettaBarzini, e tantepersonecomuni, che tornano nei vecchi filmini di famiglia. Sonole“ragazzedelsecoloscorso”, comeledefinisceConcitadeGregorio nel suo filmLievitomadre, chehaportatoaVenezia e che laRai trasmet- terà lunedì prossimo, l’11 settembre. Nel suo ultimo lavoro - per la carta e per ilweb - Concita ci aveva spiegato Cosa pensano le ragazze, intervistandocentinaiadi italianegiovaniegiovanissime. Oragraziealcinema faunsalto indietrodi due generazioni e ci racconta la storiadelle ragazze - illustri e sconosciute - che hanno costruito nel Novecento la grande avanzata delle donne italiane. Èunavicendacuidovremmoessereattenti inparticolarenoiuomini, che dasimili testimoni - comedallenostrimadriedallenostrenonne- abbiamomolto da imparare. Perché è una generazione che ha avuto una vita allo stesso tempodifficile e splendida, che è andata dalmeno alpiù, che si è affermata in unmondo e in un Paesemaschilisti non combattendo i maschi, ma affermando la dignità e la libertà della donna che i maschi faticosamente e troppo lentamentestanno imparandoarispettare: nona _ “concedere”, ma a riconoscere nella sua pienezza. È così, con il “lievito madre”, checresce laTerra.
Illustri o sconosciute, hanno costruito nel Novecento la grande avanzata delle donne italiane. Da loro abbiamo molto da imparare: è una generazione DIF IB TBQVUP BșFSNBSTJ JOVONPOEP F JO VO 1BFTFNBTDIJMJTUJ