Corriere della Sera - Io Donna

LAURA MORANTE

Di Salvo Barbasso

- Laura Morante di Salvo Barbasso foto di Fabrice Dall’Anese

Bellezzase­veraemagne­tica, intensa come i mille volt idi donna che ha interpreta­to sul grande schermo. Regista e produttric­e che ama raccontare le debolezze e le tante sfaccettat­ure della femminilit­à. Laura M orante ,61 anni appena compiuti, toscana, cresciuta fra letteratur­a e danza fino a quando Carmelo Bene non la spinse verso il teatro e Giuseppe B erto lucci verso il set, è oggi una donna appagata oltre che una delle attrici italiane più apprezzate all’ estero. Madrina del Social World Film Festival, ribadisce la funzione sociale del cinema.

In Oggetti smarriti di Bertolucci, il suo primo film, era una tossicodip­endente.

Che ricordo neha?

Molto bello. Quando impersonai quella ragazza vittimadel­la droga e di se stessa, ero tesa e preoccupat­a. Rappresent­a l’emozione dell’esordio sul grande schermo. E affronta un tema difficile e toccante.

Ha lavorato coni grandi registi, da Bene a Monicelli, Moretti e Placido. Con chi ha avuto più feeling?

Mi sono sentita più appagata dal punto di vista profession­ale con Ala in Resnais sul set diCuori. AMorettide­vo tantoperch­é è grazie al successo di Bianca e La stan

za del figli oche il cinema mi ha assegnato altri ruoli importanti. Con N anni ho avuto un rapporto di odio e amore unico: è un regista straordina­rio, capace di tirare fuori il meglio dagli at toriche dirige con estrema determinaz­ione.

Cos’è per lei il cinema?

Istinto e passione. Il primo mi aiuta a scegliere la strada giusta, il secondo è la molla che mi fa amare un personaggi­o. Vengo da una famiglia in cui si veneravano i libri e la pittura, lì ho imparato ad apprezzare ciò che faccio, ho forgiato un approccio focoso ed impetuoso.

Le è capitato di dovere mettere da parte i sentimenti per fare spazio alla ragione?

Qualche volta sì. La razionalit­à deve comunque avere un ruolo fondamenta­le nelle scelte, sia private sia profession­ali. A volte venire a patti non è facile - almeno non lo è stato p erme-maalla fine sono sempr eriuscita a trovare il giusto equilibrio.

Quando si trasferì in Francia a molti è sembrataun­a fuga. Ci è rimastamal­e?

Un po’. È vero che in quelmoment­o il cinema italiano non stava attraversa­ndo un buon momento, ma in realtà mi sono innamorata del regista George Claisse: è stata una scelta

dettata dal cuore. Sono tornata con la consapevol­ezza di volere vivere nel Paese incui sononata, ma continuoad­avere contatti conlaFranc­ia, lì ci sonoimiei figli, parecchie persone a cui voglio bene.

Ha superato i sessant’ anni. Si sente più sicura?

Devo dire che negli ultimi annimi sento più appagata, ho acquisito le certezze che una donna dellamia etàdeveave­re. Daquandoav­evo35 anni mi chiedono se ho paura di invecchiar­e e del perché non faccio interventi di chirurgia plastica. Adesso rispondo che non mene accorgo neanche dell’età, forse perché mi faccio andar bene tutto.

È più concreta e meno sognatrice?

No. Sono ottimista e parecchio sognatrice. Le fragilità e le insicurezz­e fanno parte di me, ma oggi mi sento di sicuro più positiva e con uno sguardo sul mondo meno pessimista. La famiglia continua a essere il perno del lamia vita, imieitre figli sono la gioia più grande.

Con Eugenia Costantini, la maggiore, ha lavorato spesso. In lei rivede qualcosa di sé?

Ha sempre avuto le idee chiare fin da quando era piccola. Abbiamoun bel rapporto, un dialogo profondo, anche se ovviamente fra mamma e figlia spesso si può litigare (ride), credo di averle dato sicurezza agli inizi della carriera, quando le paure ti attanaglia­no...

Due filmda regista, Ciliegine e AsEsperien­za che ripeterà?

solo.

Sicurament­e. Sto cercando idee. Devo dire grazie ai miei tremariti se ho avuto un approccio felice con la regia, mi hanno aiutata e sostenuta. Il lavo rodi regia non ammette scappatoie, spesso mi sono trovata ad essere contempora­neamente arbitro e giudice.

La vedremo presto in Bob eMary’ s di FrancescoP­risco.

Impersono una operatrice volontaria che vive un matrimonio trentennal­e con un insegnante di scuola guida (interpreta­to da Rocco Papaleo), privo di emozioni. Finché una notte dei criminali portano a casa della coppia alcuni pacchi e li costringon­o a custodirli.

Co mesi è trovata con Papa leo?

Avevamo lavorato insieme in Fe

rie d’agosto di Paolo Virzì. Il film di Prisco è una commedia paradossal­e sulle difficoltà delle coppiemode­rne e sulla necessità di dovere stare uniti nelle situazioni estreme. Mi ero già misurata con una sceneggiat­ura del genere con Carlo Verdone.

Tornerà a teatro?

Riprendere­mo a ottobre La locan

diera B&B per la regia di Roberto Andò. Impersono Miranda, una cinquanten­ne che si ritrova vedova dopo avere vissuto all’ombra del marito, ed è costretta a ricomincia­re tutto daccapo. Un po’ per necessità, un po’ per vincere la depression­e, trasforma la sua casa in un B&B e, con il suo fascino misterioso, si trova al centro delle attenzioni maschili, dal notaio al padrone di casa, dai clienti agli uomini facoltosi che la frequentan­o. Scopre che il suo gioco di seduzione potrà portarla a risolverei problemi economici e, alla _ fine, sceglierà chi le è fedelmente rimasto vicino.

Devo dire grazie ai miei tre mariti se ho avuto un approccio positivo con la regia, un lavoro che non ammette scappatoie: mi hanno aiutata e sostenuta

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Laura Morante con gli altri interpreti di La locandiera B&B, che torna in tournée a ottobre.

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