Corriere della Sera - Io Donna
COCO ELE ALTRE
Di Camilla Baresani
Raccontare la vita di donne speciali, che grazie al proprio talento, alla caparbietà, all’energia sono riuscite a emergere e lasciare un segno indimenticabile, è parte di una pedagogia necessaria. I libri di storia con cui siamo cresciuti, scritti perlopiù da uomini, hanno descritto i generali, gli economisti, i filosofi, gli scrittori, i pittori, gli eroi diguerra, i presidenti, i dittatori, i soldati, gli scienziati... l’elenco è interminabile ed è compattamente almaschile. In questo racconto globale di unmondo agito dagli uomini ci sono solo poche smagliature femminili, interpretate da figure di contorno: infermiere, sante, suore, mamme, mogli, al limite attrici sexsymbol. Bisognerebbe dunque riscriverli questi libri di storia, perché non raccontano la verità se, per fare un esempio, non includono figure come Coco Chanel, fondamentale (anche daunpunto di vista economico e commerciale) per l’immagine della Francia del Novecento ma anche per quella delle donne occidentali del
Mademoiselle Chanel ha creato l’eleganza contemporanea (e un impero commerciale). Come lei, altre donne STRAORDINARIE hanno lasciato il segno nella società. Ma allora perché quando si parla di “protagonisti” i nomi sono sempre maschili? di Camilla Baresani
secolo scorso: con il suo lavoro e talento hac reato dalnull al’ eleganza contemporanea, adatta a donne completamente diverse da quelle inceppatenei lorogonnelloni e trineecorsetti e cappelli con impalcatura.
Lo stile della garçonne, i pantaloni perle donne, il jersey, la bigiotteria sono invenzioni che non hanno solo rivoluzionatolo stile dell’abbigliamento ma hanno inciso sulla percezione sia effettiva si asociale delle donne. CocoChanel ci ha permesso di correre, salire a cavallo e inmotocicletta a cavalcioni enondi sbieco, ci ha fatto sentire piùbelle conuna catenella dimetallo dorato che con un diamante solitario, ci ha tolto di dosso chili di tessuti e drappeggi. Nel Novecento, per fortuna, non c’è da racconta resolo C oc oC ha nel, ma un esercito didonne di cuinon si sa quasinulla, al limite sono nomi che orecchiamoma non ci hanno mai descrittole loro vite complicatissime ma intrisedi determinazione e talento. Cristina De Stefano ha scritto due libri veramente belli, fatti di tante snelle biografie femminili, poche pagine per ognuna dellemolte eroine che sono alla base della nostra parziale
libertà contemporanea. Se ce l’hanno fatta queste pazze meravigliose, perché non dovremmo farcela noi? Leggendo le storie raccolte in Americane avventurose (Adelphi) e in Scandalose - Vite di donne li
bere (Rizzoli) si rimane attonite da quante cose sono state stipate nelle esistenze delle protagoniste: oltre alla creatività, al talento e soprattutto al lavoro, ci sono figli, mariti assenti, viaggi, malattie, tutto concentrato. Ma come avranno fatto? Soprattutto, mentre di un grande uomo si dice che dietro di lui ci sia una grande donna (di solito la moglie che losostiene e loincoraggia e loorganizza), si nota come dietro ognuna di queste grandi donne c’è stato il vuoto. Uomini con una funzione più che altro spermatozoica, buoni per lasciarle incinte e poi praticamente basta, nei casi migliori. Se no molti parassiti, molti ubriaconi molesti, molti depredatori, molti malati, molti violenti...
Si leggono con sgomento per i risultati ottenuti tra gli ostacoli più impensabili le vite di scrittrici come DorothyParker ,“la donna più spiritosa d’ America ”, diMaryFrances KennedyFisher, “la pioniera del foodwriting”, di Ma e West ,“la regina americana della battuta, l’ unica donna del suo tempo ascrivere, dirigere e interpretare tutte le sue opere teatrali e gran parte dei suoi film ”, di Nina Simone “grandemusicista, cantante edonnadi colore, rabbiosamente cosciente dies serlo”,d iN iki de SaintPhalle, la sublime artista che di sé diceva: “Ho avuto fortuna a incontrare l’ arte, avevo tutto per diventare una terrorista ”, di Clarice Lispector,narr atri cedi donne descritte con inarrivabile compassione e sferzante ironia. Questestorie, questevite, ognunaunromanzo d’appendice, sono come un’esortazione a non sprecare e a non sprecarci, a tener duro nelle difficoltà inevitabili, ma anche ad approfondire le creazioni letterarie, musicali, artistiche _ di chic e le ha lasciate senza arrendersi a un’ esistenza passiva, di ruoli già codificati.