Corriere della Sera - Io Donna
IL PRIMO AMORE NON SI UCCIDE MAI
Nel nuovo film dei Manetti (gli stessi del “suo” Coliandro), l’attore deve scegliere tra la fedeltà al boss o ai sentimenti. Nella vita, il suo CUORE è ormai impegnato in famiglia. Sono lontani i tempi delle cene da single con i salumi in vaschetta!
L’ispettore Coli an dr on ong lista stretto. Anzi. Gli calza a pennello esi diverte ancora a interpretarlo. Al tempo stesso, però, porta avanti altri progetti. ComeAmmore emalavita, il filmdei ManettiBros (gli stessi del suo poliziotto del cuore) presentato tragli applausi a Venezia, nelle sale il 5 ottobre. O Smetto quando voglio-Ad honorem, nei cinema a novembre. O ancora, il film che GabrieleMuccino inizierà nei prossimi giorni. Giampaolo Morelli ci racconta il suo momento d’ oro in un bar romano molto frequentato. Maglietta azzurra apparentemente in tinta con gli occhi ( ma « sono verdi! ci rimprovera), collanina, jeans sdruciti, fisico atletico (anche » se giura di non fa remai sport, nonènelsuo). Non passa inosservato. Per immaginarlo nei pan nidi un killer della camorra, cene vuole.
Che assassino è in A mm o ree malavita?
SonoCiro: un po’ JohnTravolta, un po’MarioMerola. Devo eliminare una testimone scomoda, ma il casino è che si tratta delmio primo amore. Che fare, schierarmi dalla parte del bosso scegliere il cuore?
“A 12 anni ho fatto una scuola per prestigiatori. Speravo di far colpo sulle ragazze. Invece sparivano, come i fazzoletti e le colombe”
Fossi in lei, non avrei dubbi. Speriamodi sorridere, comeinSong‘ e
Napule.
È la stessaNapolima raccontata da un altro punto di vista. Questo è un musical: si balla, si canta. Ci sono inseguimenti, pallottole, baci. Non è Gomorra. Qua c’è la speranza di una vitamigliore.
ConiManetti lei hagiratoColiandro e Song‘e Napule. Avete stretto unpatto?
Ma no, ci troviamo bene. Abbiamo lo stesso linguaggio: Eduardo e Massimo Troisi da una parte, Ri
torno al futuro e Rocky dall’altra. Quando li ho conosciuti nonmi parevavero: potevamoparlarediquesti film e non di quelli d’autore.
ViveaRomadamoltianni. Quanta Napoli c’è ancora in lei?
Sono napoletano al 100%. Napoli è lamiacittàe lamiacultura.
Peròl’halasciataperstudiareaRoma. Nessunrimpiantoper lamancata laurea inGiurisprudenza?
No, era il mio piano B. A 5 esami dalla fine ho mollato per passare a Psicologia, a quel punto ne avevo la metà da fare, poi ho lasciato anche quella... Il pianoAera recitare.
Èandatabene, noncrede?
Hoavuto imieimomenti di difficoltàmaho sempre lavorato. È un percorso, storaccogliendo i frutti.
In questo percorso c’è Coliandro che le ha dato la celebrità. Le somiglia?
Somiglia a tanti: cerca l’amore ma resta solo, nel lavoro vorrebbe gratificazioni ma non le ha. Di me ha preso la parte più adolescenziale.
Difficile immaginarla solo sul divano amangiare pizza surgelata.
La pizza magari no, ma sa quante volte ho cenato con i salumi in vaschetta? Quandoerosinglepassavo spesso la sera a casa. Non sonomai statounodalocali, maisentitalanecessitàdi uscire tantoperuscire.
È arrivato alla sesta stagione: non si sente ingabbia?
Per niente. Ha linguaggio e spessore, grazie ai Manetti e alla scritturadiCarloLucarelli. Mipiacetanto che potrei rimanere Coliandro per sempre. Altro che gabbia!
Le ha portato fortuna anche in amore: sul set ha conosciuto la sua compagnaGloria Bellicchi.
Aqueltempoperòeravamoentrambi impegnati. Ci siamo rivisti dopo due anni, nel frattempo eravamo tornati single. Ci siamoinnamorati.
Avete due bambini: Gianmarco, 4 anni, ePierMaria, 1. Unapassione perinomidoppi?
Sì. InrealtàPierMariadovevaessere Gianmaria. Ma non volevo esagerare.
Quando è nato Pier, ha scritto su Facebook: “Si ricomincia con cacche e pannolini”. A che punto siamo?
Confesso: ci sto meno a contatto, perché sonopiù assorbitodal lavoro e da Gianmarco. Mi piace giocare con lui, gli ho passato tuttiimiei Playmobilche avevoconservatogelosamente.
Un suggerimento: tra qualche anno potrà usare il suo passato da prestigiatore per le feste dei figli.
Lo smoking ce l’ho già, potrebbe essere una buona idea. Però ormai i bambini in tv vedono Dynamo. Io sonounoda fazzolettiecolombelle.
Haavuto successo comemago?
Ho fatto una scuola da prestigiatori a 12 anni. A calcio ero scarso, in classe ero timido, speravo così di conquistare le ragazze. Invece loro sparivano come i fazzoletti e gli amici anche, perché non rivelavo i trucchi. Ancora oggi mi cimento; faccio spesso un reading tratto dal mio primo libro, Un bravo ragazzo, dove c’è un giovane prestigiatore.
Prossimoimpegno di lavoro?
Il nuovo film di Gabriele Muccino, unastoriafamiliarecontantiattori. Partiremo per Ischia a breve.
Nonha paura del terremoto?
Ricordo ancora quello dell’Irpinia, il23novembredel1980. Ioemiasorella stavamo festeggiando il compleanno. Insieme, perchésiamonati a due giorni di distanza. C’erano gli amichetti, la torta sul tavolo, le bibite. Inunattimoci fu il caos, e il terrore. No, nonhopauradi andare a Ischia.