Corriere della Sera - Io Donna

LA DOPPIA VITA DELLA DUCHESSA

Nella “saga dei Cazalet”, di cui ora esce l’ultimo capitolo, ha raccontato le vicende di una grande famiglia inglese. Con unaMATRIAR­CA che le somiglia parecchio. Storia di una grande scrittrice scoperta in tarda età, dopo una vita da romanzo

- di Paola De Carolis TRA LE RIGHE

Le dinamiche, gli equilibri, le tradizioni, i segreti di una grande famiglia nell’arco di tre generazion­i. La sagadeiCaz­alet raggiunge la sua conclusion­e con la pubblicazi­one il 18 settembre del quinto volume, Tutto cambia (Fazi). Scritto dall’autrice El iz ab ethJa ne Howar da novant’ anni, si apre con lamorte, alla stessa età, della matriarca, Kitty Barlow, soprannomi­nata la Duchessa: ultimo capitolo delle avventure di una dinastia e ultimo romanzo di una scrittrice che in Gran Bretagna è diventata, in tarda età, un tesoro nazionale. Le sue opere hanno venduto oltre un milione di copie, la casa di produzione di Down ton Abbey ha acquisito i diritti televisivi e proporrà una serie inc in questag i on i.KristinSco­ttT ho mas, intanto, debutta dietro la cinepresa per un adattament­o cinematogr­afico di un altro romanzo della scrittrice, SeaChange (vedi a pag. 102). Howard piace, e molto. La scrittura è fine, precisa, brillante, la trama avvincente, il cast complesso, l’ ambientazi­one realistica. ICazale t evocano alla perfezione un periodo storico e sociale in bilico tra le incognite della modernità e i riti del passato. «Eramolto affezionat­a alla saga perché era un po’ la sua storia» spiega Artemis Cooper, la cui biografia della Howard, Un’innocenza pericolosa, esce in contempora­nea con Tutto cambia. Amica di famiglia, ha assistito da lontano allepe ripezie sentimenta­li di una donna che, stando alla sua psicologa, aveva un bisogno infinito di « affetto ma che non trovò quello che deside» « ravapiùdi ogni altra cosa , ovvero unamore » « profondo e duraturo. Conobbe, per fortuna, il » successo eilri conoscimen­to chele erano dovuti, anche se con ritardo. Aveva cominciato a scrivere giovanissi­ma, ma nonostante i 14 romanzi, le due antologie e l’ autobiogra­fia è stata a lungo più nota perla sua affascinan­te bellezza e la movimentat­a vita personale: è stata l’ amante di Cecil Day Lewi se del poeta LaurieLee, nonché la moglie, amatissima all’ in i-

zio e alla finemaltra­ttata, di Kingsley Amis, padre dello scrittoreM­artin: «A casa loro c’era spazio per la scrittura di lui, ma non di lei» sottolinea Cooper. ‘’Jane’’ divenne «l’autista del marito, la sua cuoca, e la sua segretaria finché un giorno fece le valigie».

Se la grande tribù dei lettori le si è avvicinata tardi, Howard è sempre stata apprezzata dai colleghi, come Hilary Mantel, autrice di

WolfHall, responsabi­le in parte della sua riscoperta: «Howard è una scrittrice» sostiene «che ci ha mostrato a cosa serve un romanzo e ci aiuta a fare quello che è necessario, ovvero aprire gli occhi e il cuore». Per John Bayley, uno dei romanzi di Howard, Il lungo

sguardo, la storia di unmatrimon­io raccontata all’incontrari­o, ovvero dalla fine all’inizio, èstato «unodeimigl­iori romanzidel­ventesimo secolo». PerMartin Amis, Howard «è la scrittrice più interessan­te della sua generazion­e». È anche una donna per la quale ha nutrito affetto e riconoscen­za. Fu lei a insegnargl­i a leggere, mettendogl­i inmano Orgo

glio e pregiudizi­o al posto dei fumetti e delle riviste porno che da adolescent­e prediligev­a. Fulei, lamatrigna buona, ad avviarlo allo studio, a fargli concludere il liceoeotte­nere l’ammissione all’università di Oxford, con anche una borsa di studio. Un aiuto importante, ricambiato: annipiùtar­di, indecisa traunavers­ionemodern­adiRagione eSentiment­oeunatrilo­gia su una famiglia alla vigilia della guerra, seguì il consiglio diAmis junior e scelse la seconda ipotesi, dando così il via alla saga deiCazalet.

Uuna delle contraddiz­ioni inspiegabi­li della vitadiHowa­rd, racconta Cooper, è «la differenza tra la profonda conoscenza della natura umanamostr­ata come scrittrice e la mancanza di saggezza nella vita personale»: forse, concede, per scrivere come scrisse lei, immergendo­si nei personaggi al punto che sentiamo i loro sospiri, il loro profumo e l’effetto sulla pelle dei loro abiti, bisogna vivere così. Nella saga le progagonis­te, che all’inizio sono bambine - Louise, Polly e Clary - sono, per sua ammissione, tre versioni di se stessa. La storia dei Cazalet è la storia della sua famiglia: una madre fredda e distante che ballò con Diaghilev e i Balletti russi e lasciò la danza per sposarsi, un padre che a quindici anni la baciò“alla francese” elepalpò i seni (« Ci provò una volt asola e per fortuna gli abusi finirono lì, non andarono oltre », precisa Cooper), imaschi in collegio, le femmine a casa con l’istitutric­e, tirate suconl’obiettivo che raggiunges­sero un matrimonio vantaggios­o. I romanzi le servirono cometerapi a: scrivere, diceva, èilmodoinc­uicomunico con me stessa.

 ??  ?? La scrittrice Elizabeth iane Howard, nata a Londra nel 1923 e scomparsa nel 2014. La sua saga dei Cazalet ha venduto milioni di copie.
La scrittrice Elizabeth iane Howard, nata a Londra nel 1923 e scomparsa nel 2014. La sua saga dei Cazalet ha venduto milioni di copie.
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 ??  ?? Da sinistra, in alto, Elizabeth iane Howard con Peter Scott, che sposò nel 1942; in un ritratto del 1956; con Kingsley Amis, il terzo marito; l’ultimo libro della saga, Tutto cambia, edito da Fazi.
Da sinistra, in alto, Elizabeth iane Howard con Peter Scott, che sposò nel 1942; in un ritratto del 1956; con Kingsley Amis, il terzo marito; l’ultimo libro della saga, Tutto cambia, edito da Fazi.

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