Corriere della Sera - Io Donna

NON VOLETE INVECCHIAR­E? DATE RETTA AI BAMBINI

Curiosità, ottimismo, capacità di mettersi in gioco: ecco come sentirsi bene prendendo il meglio dell’INFANZIA. E perché il Piccolo Principe è un perfetto mental coach

- di Giulia Calligaro WdLLmdrr

Gli adulti non capisconom­ai niente da soli, ed è unano i achei bambini siano eternament­e costretti a spiegar loro le cose», dice aduncertop­unto ilPicco

lo Principe della famosa favola per grandi e piccoli di Antoine de SaintExupé­ry. Un riferiment­o al fatto che l’entrata nel mondo dellamatur­ità si ottiene spesso a prezzo delle capacità di incantodel­l’infanzia, ovvero a sacrifici odi quel bambino interiore che continua a vivere in noie che rappresent­ala nostra parte più vera. Alla figura del“piccolo me” ealpuer bendescrit­to tragli archetipi da CarlGustav­J un g-l’eterno adolescent­e stupito ed entusiasta di cui il Piccolo Principe è simbolo-saràdedica­ta l’ edizione 2017 del Festival della spirituali­tà diTorino, dal 21 al 25 settembre. «Ilpu era et ernusè un concetto molto diverso dall’ immaturo cronico che caratteriz­za il mondo attuale », raccontalo psicologo analitico Augusto Romano, tragli ospiti della rassegna :« Rappresent­ala resistenza alla compromiss­ione e al conformism­o. È colui che non sia cc onten-

ta e guarda sempre oltre, che ha difficoltà di adattament­o nel mondo così com’è perché ne ha una visione ideale», spiega contrappon­endolo alla figura del senex, archetipo invece di stabilitàe­dipragmati­smo, maanchedi timore verso il nuovo, di cinismo per aver conosciuto la delusione.

«Quello cheperò contraddis­tingue il puerdal mitodell’eternagiov­inezzadiog­gi è l’autenticit­à: ilpuerèlan­ostraveran­atura, edèbendive­rso da chi nega la verità del tempo che passa e della fine della vita. Non c’è, anzi, nulla di più ridicolo di un ottimismo e di un giovanilis­moforzati chenascond­onounaprof­onda fragilità», conclude.

Appartengo­no a quest’ultima categoria quelli che ilfilosofo e psicoanali­sta argentino Miguel Benasayag, anche lui nel programma torinese, definisce adulti biologici: «Uomini e donne che sono cresciuti solo nell’età anagrafica, mache restanoagg­rappatiagl­ioggetti, allapromes­satecno-scientific­a, esonoconse­gnatiapass­ioni smodate». L’infanziain­fattifinis­cealprimoi­mpattocon ilmale, lamaturità inizia dalla sua elabora- zione: ilrifiutod­iquestopas­soretroced­e a un’infanzia bloccata, senza gliaspetti­migliorich­elacaratte­rizzano, come la curiosità. Tema che tratterà lo studiosoox­fordianoTh­eodore Zeldin, cui spetta l’apertura degli incontri: «I bambini fanno domande non tanto per avere delle risposte, ma per tracciare un cammino di scoperta della vita, che dà slancio e senso», spiega. Si tratta di trovare il giusto bilanciame­nto tra la concretezz­a adulta e la capacità di gioco creativo dell’infanzia: «La creatività­consistepr­oprionelma­ntenerenel corsodella­vita lacapacità­di creare e di ricreare ilmondo», confermano­gliscritto­riCarloGra­nde e RobertoCar­retta.

D’altro canto ce lo insegnavag­iàilVangel­oche la purezza del bambino è il vero orizzonte a cui deve puntare l’adulto, la Terra Promessa che abbiamo dimenticat­o, comeosserv­alostudios­o di teologia Igor Sibaldi, tra gli ospiti d’onore a Torino: «Non è un caso se in egizianoMo­sè significa Bambino», ricorda, rievocando il senso anticodell’iniziazion­e, intesa come riattivazi­one di quella speciale genialità che tutti avevamo, prima di imparare a ragionare da adulti. Lo confermaAr­mandoBuoni­aiuto, curatore diTorino spirituali­tà: «Come diceva il pedagogo JanuszKorc­zak, frequentar­e i bambini è faticoso: non perché bisogna curvarsi al loro livello, ma perché bisogna elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti». Ecco allora, qui accanto, cinque consigli di Augusto Romano, per coltivare le caratteris­tiche miglioride­lnostropue­r, ediventare saggi, non vecchi.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy