Corriere della Sera - Io Donna
Da Caravaggio al Barocco, percorsi del ‘600
L’ultimoCaravaggio dredi e ’uovimaestri, mapoli, Ge’ova elila’o a co’fro’to 1610-1640 non è una mostra su caravaggio, ma un apprPfPndJmFntP su cPmF la sua artF JndJscussa abbJa JnˍuFn[atP J pittori del tempo: quelli che ne hanno proseguito il cammino e quanti, JnWFcF hannP fattP scFltF dJWFrsF JnˍuFn[atJ dal nascFntF barPccP PuntP dJ partFn[a à Jllartirio (sotto) che ilmaestro dipinse durante il suo secondo soggiorno napoletano nel 1610, poco prJmadJmPrJrF F chFWJFnF aˎancatP alla tFla PmPnJmadJ #FrnardP 4trP[[J mFttFndP cPsÇ Jn FWJdFn[a lF duF “scuPlF dJ pFnsJFrP” quFlla naturalJsta F quFlla barPcca %JWJsa JnsFJ sF[JPnJ lamPstra prPpPnF una cinquantina di opere di altissimo livello con importanti prestiti tra cui una spettacolare (di S0mq) di Giulio cesare PrPcaccJnJ
estireunpatrimoniocosìimportante, econdividerloconilpubblico, nonèfacile. Inumeriperòmostranoil successo: nelle3Gallerie d’Italia, in6annicisonostati2milionidivisitatori, 1,2soloaMilano. SempreaMilano, ogni anno entrano gratis 85mila studenti: «Aggiungo i nostriospitispeciali» diceMorale. «Abbiamounpercorso tattilepericiechieunprogrammadiarteterapiaperimalati diAlzheimer. Enondimentichiamo ilprogetto di alternanzascuolalavoroCareersinArt. Ilmuseodev’essere unluogovivoeaperto, conattivitàperdiversibisogni». Mostre temporanee, prestiti e partnership, relazioni conenti culturalipubblicieprivati, attività trasversali: ètuttoaffidatoalProgettoCultura, «uncontenitorestrategicoconunpianotriennale», spiegaCoppola, «che fa programmazione, cura lesinergieeiprogetti innovativi». Come lamostra in corso
«coraggiosa, perché completa quella di Palazzo Reale raccontando il viaggio del pittore da Napoli a Genova, e le conseguenze in campo artistico. Avremmopotutometterequalcheteladi scuola, invece facciamo un discorso più complesso sulmecenatismo dei Doria. E a proposito di sinergia, cito l’enorme
di Procaccini che era esposta in una chiesa di Genova, èstatapoirestaurataallareggiadiVenaria, ora è qui e, grazie al nostro contributo, tornerà aGenova in accordo con la Soprintendenza. IntantoaMilano tutti possonovederladavicinoper laprimavolta».
C’è dunque un circolo virtuoso, che porta lavoro («l’industria culturale e creativa vale il 6% del Pil» ricorda Coppola), e tiene aperto un dialogo tra istituzioni museali (come per la piccola mostra
e realtà private: «
l’iniziativadi to Onlus, è andatamolto bene. Bisogna puntare a iniziative di qualità, anche giocose». Basta con l’idea di unluogoingessatoepoveroso, ilmuseovaapertoalcontemporaneo. Ele note non stonano.