Corriere della Sera - Io Donna

OGGETTI CHE CI CAMBIANO LA VITA

Un kit per neonati in difficoltà, una cisterna sul tetto, un robot mangia rifiuti. Dalla rassegna di Dubai, che presenta le MIGLIORI TESI DI LAUREA delle università di design del mondo, arrivano idee strategich­e. Per vivere meglio. Rispettand­o etica ed es

- di Marco Consoli

In un’epoca in cui il design è celebrato per l’estetica, alcune donne intendono usarlo per costruire un mondomigli­ore. Lo abbiamo visto al Global Grad Showdi Dubai, la rassegna dei progetti di laurea delle università di design più prestigios­e del pianeta. I problemi da affrontare sono epocali: disuguagli­anza economica, migrazioni, scarsità di risorse, sovrapprod­uzione di rifiuti. Ec’è bisogno di soluzioni audaci .« Il design negli ultimi anni è cambiato, dandola possibilit­à di creare un impatto positivo », spiega Darja Wen del, tedesca ,27 anni, chehacreat­o Kanga, kit a basso costo per resuscitar­e i neonati affetti da asfissia. «Ogni anno unmilione di bambinimuo­re permancanz­a di ossigeno, quasi tutti innazioni povere. L’ideami è venuta osservando le levatrici inTanzania: ilkit consente lorodi tenere il bambino vicino allamadre e regolare la ventilazio­ne, controllan­do i parametri vitali con una app per smartphone. Anticipand­o la procedura di 30 se condila sopravvive­nza aumenta del 16 percento ». Da un’altra esperienza sul campo nasce Specs Modular Glasses, della 27enne americana Elizabeth

Stegner: «Prima di laurearmi ho insegnato in un quartiere povero, dove i ragazzini con problemi di vista non portavano occhiali perché si rompevano facilmente o erano brutti ». Così si è inventata un modello modulare incolori pop in cui si assembla nolenti, ponti e stanghette di grandezzad­iversa. «Èun modello durevole, super economico e riciclabil­e », spiega« compatibil­e col sistema sanitario americano ». «Spesso l’ esistenza di problemi del genere è negata a livello governativ­o e pensare chela soluzione provenga dalle scuole dà speranza per il domani », spiega il curatore dello showBren--

dan McGetrick. Le soluzioni spesso parlano del post od acui si proviene, come K’ili’s, scarpe a bassissimo costo con suola e tomaia in unico pezzo ritagli abile in base alla grandezza del piede, della boliviana Camila

Astorga ,24 anni :« Il progetto vuole fornire calzature ecologiche ai bambini del mio Paese che sono poveri. Design e tecnologia sono strumenti fantastici che usati in maniera innovativa possono cambiare il mondo ».« Credo che i designer », lefaeco Soley

Thrainsdot­tir, 28 anni, islandese ,« possano lavorare in vari campi per proporre un futuro più sostenibil­e ». Ecco perché il suo Cl ea

ning Strategie sri flette su come creare strumenti di pulizia con risorse naturali come l’oliooil catrame ricavato ad esempio dai pini islandesi, riducendo l’uso di prodotti chimici. Amal Atassi invece ha 21 anni e viene da Homs in Siria :« Volevo fare qualcosa peri tanti rifugiati che fuggono in cerca di una vita migliore ». Per questo si è inventata la Refugee Protection Guide, unamappa per aiutarli a individuar­e servizi e luoghi di transito in Europa, cui si aggiunge un are tedi pulmini per l’ assistenza medica, ilciboel’aiuto. «Affrontare questioni come povertà, migrazioni, spreco di risorse può intimidire », dice McGetrick ,« ma bisogna risolverle contante soluzioni parziali. Sono le donne spesso a pensare ad un mondo migliore non solo perché la loro presenza nelle scuole è dominante, ma forse anche perla loro maggiore empatia ». È propri ola capacità di calarsi nei panni altrui che ha portatola francese Mari eEtl in ,24 anni, a trasformar­e intesi i bisogni dei cittadini di NuovaDehli: «In due annidi esperienza lì ho capito come nonostante la presenza del fiumeYam una, ci fosse scarsità di acqua potabile, mal distribuit­a emal depurata». Perciò ecco nascere Ne water D eh li, un edificio con cisterna sul tetto, facciata conmicroal­ghe in grado di rendere potabile l’acqua, e un sistema di depurazion­e delle acque reflue. L’ esperienza e la soluzione non sono dissimili a quanto creato da Emma

AlsinaPalé­s, 22annispag­nola, che lavorando con una N GO in Gambia ha creato Solar Dryer DIY: «È un essiccator­e che sfrutta il calore del sole per asciugare la grande quantità di frutta in eccesso prodotta in Africa, per conservarl­a più a lungo e permettere alle donne di venderla riscattand­osi socialment­e ». In un panorama in cui si pensa molto ai Paesi poveri, c’ è anche chi vorrebbe risolverei problemi delle nostre metropoli: Suhyun

Lee, 25 anni, ha inventato Tracer, un cestino dei rifiuti robot, ispirato aPa c-Man .« Non sapevo mai dove buttare il bicchiere del caffè », ammette ,« e così mi sono inventata questo bidone che sfrutta i big data per andare in zone della città dovesi aggregano più persone ». Una soluzione che mantiene le città più pulite e riportai rifiuti nel centrodi raccolta.

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CLEANING STRATEGY Con la sua tesi di laurea l'islandese Soley Thrainsdot­tir, 28 anni, hamostrato come creare strumenti di pulizia con risorse naturali come l’olio o il catrame ricavato, per esempio, dai pini islandesi, riducendo l’uso di prodotti...
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