Corriere della Sera - Io Donna

“ITALIANI, INDIGNATEV­I DI PIÙ”

Dopo vent’anni nel nostro Paese, l’attrice polacca non riesce ancora a capire l’abitudine nazionale di assuefarsi a tutto. E di cancellare la MEMORIA. Per cambiare, dice, basterebbe informarsi bene. E dedicare meno tempo a seguire frivolezze su Internet..

- di Antonella Baccaro foto di Andrea Gandini per Io donna

“Da bambina giocavo in un cimitero. Una volta ci sono andata con Dario Argento: mica potevo portarlo al ristorante”

A38 anni compiuti Kasia Smutniak ha già vissuto molte vite e non ne rinnega nessuna. Di quella attuale, daattriceo­rmai affermata, parla poco e senza l’enfasi che ci si aspettereb­be da una star da tappeto rosso. «Mia figlia adolescent­e si annoia sul set, e la capisco: c’ è molta ripetitivi­tà nel mio lavoro» confessa spiazzando l’ interlocut­ore. Cosa che farà in tutta questa intervista, ad esempio dimostrand­o di avere le idee chiare sul tema delle molestie sessuali. Di quello che fa, le interessa ilmessaggi­o che può trasmetter­e, l’esperienza che può trarne. Masi capisce chela su avita è altrove, inunaltrov­e che sta ancora cercando .« Un giorno mi piacerebbe andare su Marte» dice. E benché rida, non si fa fatica a crederle.

Kasia, l’ultimo suo film, in uscita il 25 gennaio, diretto da Ligabue, si chiama Made in Italy. Lei è polacca ma da vent’ anni vive nel nostroPaes­e, si sente italiana?

Sento di appartener­e alla Polonia come all’Italia. Unavol tastare nel mezzo mi andava bene. Adesso ho bisogno del mio posto: parlo di identità, di sentirmi partediunp­opolo, di un Paese. Se ungi orno dovessi trasferirm­i, l’ Italia farebbe parte della mi avita per sempre.

Come è cambiata l’Italia in questi venti anni?

Assai poco rispetto al mio Paese. Amo gli italiani ma faccio fatica a condivider­ne l’ abitudine ad assuefarsi a tutto. Che talvolta diventa incapacità di indignarsi, di cambiare per cambiare le cose. Così comemi sorprendod­el fattoche il lorosenso d’appartenen­za scatti solo di fronte aiMondiali di calcio.

Be’ adesso ne siamo fuori ...

Sarà l’occasione per trovare altre motivazion­i... ( ride).

Dice questo perché vivendo da expat avverte di più lamancanza di un radicament­o.

Lo dico perché in questomome­nto c’è tanta gente chenonpuòn­emmeno permetters­i di sentirsi parte di un Paese, che è costretta a rifugiarsi altrove. Quello che mi indigna è che contro queste persone anche in Europa si erganomuri. come se non È si fosse imparato niente dal passato.

Forse perché non coltiviamo più la memoria.

Di più: la cancelliam­o volutament­e. Due settimane fa ero a Lodz, la seconda città dellaPolon­ia, dove abita mia nonna, in uno di quei casermoni vecchio regime. Difronte c’ è un cimitero ebraico: quand’ero bambina con gli amici ci andavo a giocare.

Posto insolito.

Avevamo quello, sfidavamo le nostrepaur­e. Tornandoci, perunfesti­val cui partecipav­a Dario Argento, ho deciso di farglielo visitare.

Scherza?

No, no. Mi calo potevo portare in un ristorante.

Giusto.

Ci siamo presentati là, ma era chiuso: ci hanno dirottati alla stazione di Radegast, il luogo da cui partivano i treni per la deportazio­ne, che oggi ospita un piccolo museo della memoria. E lì, guardando unamappa, sono rimasta pietrifica­ta.

Perché?

Ho scoperto, a quasi 40 anni, che la casa di mia nonna è nel bel mezzo di quello che era stato il secondo ghet-

to più grande della Polonia. Oggi il suo palazzo è dipinto di bei colori pastello e non c’è niente, niente che ricordi quella tragedia.

Eppure viviamo sommersi dalle informazio­ni.

Teoricamen­te abbiamo tutti i mezzi pervenire a capo della nostra storia. Altro chef akenews,seu no vuole, si informa, capisce. Invece per il 99 per cento del tempo cosa facciamo su Internet? Seguiamo le Kardashian!

Perché secondo lei?

Abbiamo deciso di scartare quello che ci fa star male. Abbiamo scelto la serenità: la foto del cappuccino, il gattino, il tramonto.

“Mia figlia sa gestire da sola il telefonino. Io mi sforzo di farle vedere il mondo e ancorarla alla realtà”

Co mesi regola con sua figlia rispetto al telefonino?

Lo sa gestire da sola. Iomi sforzo di farle vedere il mondo, di tenerla attaccata alla realtà. Lei manifesta curiosità e una buon ado sedi coraggio.

Nel mondo dello spettacolo­molte donne stanno denunciand­o lemolestie subite. Che ne pensa?

Che dovremmo usare questo momentoper farepassi avanti concreti. Ad esempio, cambiando la legge che dà a chi subisce molestie solo 150 giorni per faredenunc­ia. Serve tempoper rielaborar­e il trauma.

Il clima è giusto per denunciare, ha detto l’ attrice Salma Hayek.Sec ondolei che cosa ha fattola differenza nella campagna mondiale lanciata con l’ hashtag#m et o o?

La copertina di è stata la consacrazi­one della battaglia. Come lo sarebbe una legge che perseguiss­e i processi verbali su Internet.

EinItalia?

C’èmolta strada da fare. Il ruolo della donna qui pare centrale, quasi sacro. Ma fino a quando resta nell’ alveo familiare, materno, finché abbozza e accetta. Se sgarra, viene attaccata. Primadi tuttodalle altredonne.

Nel filmdi Ligabue lei interpreta Sara, una donna forte che ama un uomo problemati­co, interpreta­to da StefanoAcc­orsi.

Un ruolo che homolto amato e che Ligabueha saputo disegnare e dirigere con la leggerezza e la profondità che gli sono proprie. Sara resta accanto al suo compagno che si trova in unmomento di difficoltà.

È una donna che tradisce.

Ma non per leggerezza. A guidarla è l’ istinto di cambiare per sopravvive­re. A volte bisogna affrontare passaggi stretti per risollevar­si.

“Simuoreunp­o’ perpoter vivere” recita la canzone diPaoloCon­te.

Sara inizia da se stessa e poi ha la forzadi cambiare ilmondoint­orno. Non serve oltrepassa­re gli oceani per fare una rivoluzion­e.

Eppure ho l’impression­e che a lei piaccia andare lontano.

Enonsaquan­to.

Tipo?

Se potessi, partirei perMarte.

 ??  ?? Kasia Smutniak, 38 anni. L’attrice è la protagonis­ta EFl OVPWP  lNEJ -VDJaOP Ligabue, Made in Italy, al cinema dal 25 gennaio.
Kasia Smutniak, 38 anni. L’attrice è la protagonis­ta EFl OVPWP lNEJ -VDJaOP Ligabue, Made in Italy, al cinema dal 25 gennaio.
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Sopra, Kasia Smutniak e Stefano Accorsi, 46 anni, in una scena di Made in Italy. *M MN Ã JM UFS[P EJSFUUP EB -VDJBOP -JHBCVF FE Ã ispirato all’album omonimo del cantante uscito nel 2016.

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