Corriere della Sera - Io Donna
FRANCES MCDORMAND
Sullo schermo è una vendicatrice violenta. Nella vita si limita a “far morire dalle risate” JOEL COEN. “Il sense of humour è il segreto del nostromatrimonioultratrentennale” dice la protagonista di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”. Che vuol fondare un m
Frances McDormand non le manda a dire. «Il regista è venuto a propormi Tre manifesti a Ebbing, Missouri mentre recitavo Macbeth a teatro, ci siamomessi a parlaredellinguaggiodellatragedia. Glihofattonotare: Tu nonseiShakespeare!». Equandoioosservoche il tema del film- la rabbia e lanecessità di superarla - è attuale, molto sullo Zeitgeist, obiettapungente: «Tesimeravigliosa, ci avràpensatounsacco, ma attenzione: la sceneggiatura è statascrittaottoanni fa».
Famosa - anche - per detestare fotografi e interviste (le concede con il contagocce), non si è mai spacciata per una dal carattere facile, né ha nascosto la difficoltà a gestire la collera. Una collera antica: venne abbandonata dalla madre (“Unasottoproletariabianca”, ladefinisce) e adottata assiemead altri otto bambini da un pastore dellaChiesa dei discepoli diCristo. I suoi “spigoli”, però, si smussano piùinfretta delprevisto. «Viviamoun’epocatraumatica, dalpuntodivistaculturaleeumano» ammette. «Edaltrauma nasce dolore, profonda confusione, bestialità » . Nascono, cioè, i tre“motori” delladark comedy diMartinMcDonagh (è lui il non-Shakespeare): convinta che lapolizianonindaghi sull’assassiniodellafiglia, Frances-Mildredaffittatre cartelloni fuori dal paese con su scritto: “Stupratamentremoriva”. “E ancora nessun arresto?”. “Spiegami perché, comandanteWilloughby”. Innescandouna tragica escalation. «Seperdiunfiglio, o ti lascimorire, o agisci in modo inspiegabile, come inspiegabile è la sua