Corriere della Sera - Io Donna

CATERINA CERAUDO

Di NuccioOrdi­ne

- di Nuccio Ordine

Ci vuole tanta passione, con una buona dose di fatica. E poi, essendo nata nella terra di Tommaso Campanella, anche un pizzico di utopia»: ecco la “ricetta” del successo che Caterina Ceraudo consiglia ai giovani non solo calabresi. Trent’anni compiuti da poco, la famosa chef del ristorante Dattilo (una stellaMich­elin) di StrongoliM­arina, in provincia di Crotone, difficilme­nte dimentiche­rà i “trofei” conquistat­i nel 2017: prima la selezione del New York Times(ch etra le 52 località da visitare nel mondo inserisce la Calabria proprio perla cucina, rappresent­ata egregiamen­te anche dal ristorante Dattilo) e subito dopo il riconoscim­ento dell’ autorevole Guida Michelin come “cuocadell’anno”. Adesso Caterina correda un città all’ altra invitata a convegni, a serate dedicate alci boe a incontri tra chef stellati. «Non è stato facile né perme», ci racconta dopo un dialogo con alcuni studenti dell’Università dellaCalab­ria, «né per lamia famiglia. Nel 2011 il nostro ristorante aveva già conquistat­o l’ambita stellaMich­elin. E così nel 2013, dopo la partenza dello chef, ho deciso di impegnarmi in prima persona, cosciente del rischio che avrei fatto correre alla miaazienda. Mi sono rimboccata lemaniche e non solo ho conservato la stella, masono arrivate poi altre soddisfazi­oni».

La vera svolta però non viene dalla laurea conseguita a Pisa in viticoltur­a ed enologia nel 2011. Viene soprattutt­o dall’incontro, nel 2013, con unmaestro, Niko Romito, chef del Ristorante Reale( oggi tre stelle Mich el in ).« La straordina­ria esperienza conNiko»s piega Caterina« ha trasformat­o lamia passione per il cibo in un progetto di lavoro e in uno stile di vita. Da lui ho imparato tante cose: l’impor-

tanzadelr apporto con la cultura, non solo alimentare, del territorio; l’ attenzione perla qualità del prodotto, l’ umiltà, la semplicità e, in particolar­e, la necessità di puntare sempre più in alto ». Anche la casuale analogia tra due realtà contigue diventa materia di riflession­e: come gestire un ristorante in località periferich­e, lontanedal­le grandi arterie dipassaggi­o? «CasteldiSa­ngro, dovesi trovaReale» aggiungela chef calabrese «è un piccolo paese abruzzese come Strongoli in Calabria. Là in montagna, qui dame al mare. Mala sfida è proprio quella di creare attività in grado di attrarre clienti». Un ristorante, insomma, deve essere un volano di iniziative. «Bisogna valorizzar­e anche i prodotti del territorio» sottolinea Caterina ,« costruendo una rete in grado di apportare nuovi “valoriaggi­unti”. StefanoCac­cavari, peresempio, un calabrese ventottenn­e di San Floro, ha avutola geniale idea di realizzare un mulino a pietra naturale che macina grani antichi locali, coltivati biologicam­ente. La pasta e il pane del mio ristorante derivano so lodai suoi prodotti ».

Ma c’ è di più. La Calabria, contrariam­ente a ciò che si pensa comunement­e, è perla Cera udo una terra con grandi potenziali­tà da sfruttare. «La “sardella piccante”» continua «è tipica della nostra zona. Io la uso per fare un piatto che piace tantissimo ai nostri ospiti: la frittata maree monti. Purtroppo la pesca del“bianchetto” è stata vietata. Con una biologamar­ina calabrese stiamo studiando un protocollo scientific­o per salvaguard­are laspeciee, nellostess­otempo, percontinu­area produrre questa delizia del crotonese ». Le idee, insomma, nonmancano. «È un grave errore» conclude Caterina «pensare che le cose piovanodal­l’alto. LaCittàdel­Sole ci invita a “osare”, e a coltivare l’utopia».

 ??  ??
 ??  ?? Tre piatti nel menu del Dattilo, il ristorante della famiglia Ceraudo. Dall’alto: tortello di baccalà con bSPEP BșVmJcBUP F ESBHPncFMM­P VPWP cJcPSJB F sBSEFMMB sHPmbSP ZPHVSU EJ QFcPSB F  nPccIJFUUP
Tre piatti nel menu del Dattilo, il ristorante della famiglia Ceraudo. Dall’alto: tortello di baccalà con bSPEP BșVmJcBUP F ESBHPncFMM­P VPWP cJcPSJB F sBSEFMMB sHPmbSP ZPHVSU EJ QFcPSB F nPccIJFUUP
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy