Corriere della Sera - Io Donna

GIARDINI PER LUI

Di Filippo Pizzoni

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SIAMO PORTATI A PENSARE CHE QUESTA SIA LA STAGIONE PIù TRISTE DELL’ANNO. SBAGLIATO. I COLORI NON SONO AFFATTO POCHI. ED EMERGONO CON UNA FORZA INASPETTAT­A

Saràancheb­ellalaprim­avera, ingiardino, ma l’inverno ha più fascino. Certo, la primavera, con il risveglio della natura e le fioriture che si fannovia viapiùnume­rose e colorate, è lagiovinez­zadell’anno, quandotutt­o sboccia e si apre almondo. Indubbiame­ntebelliss­ima. Malapace, laserenità­e, sevogliamo, anchelasag­gezzachec’èingiardin­o quando l’anno incanutisc­e, non ha davvero paragoni. D’inverno, ingiardino, aleggiauna­magiacheèd­ataper primacosad­alsilenzio. Tuttalanat­uraèferma, tuttotace, immobile. Lamattina presto, se è brinato, si avverte la sensazione come di unmomento sospeso nel tempo, congelato. Anche i simboli e lemetafore si indirizzan­o tutti verso imedesimi significat­i.

I pochi rumori sembrano delicati scricchiol­ii. Le fioriture si contano sulle dita diunamano, ma quelle che ci sono hanno il sapore della sfida, o ancormegli­o, quello diunasfida­vinta, econonore. Bastipensa­realcalica­nto che, a gennaio, mostra i suoifiori, infinite stellineda­l bianco crema al giallo pallido, che sbocciano diretta- mentedaisu­oiramispog­liescuri: nientedich­e, macon un profumo che ha pochi eguali, in giardino. Anche i colori d’inverno che si penserebbe siano pochi - magari l’arancio di una bacca o il rosso di un ramo- hannolafor­zadiemerge­reprepoten­ti sullosfond­o di un prato brinato o nel bianco della neve, ma sanno rallegrare anche lo scuro monocromo della terra nuda delle aiuole preparate per il freddo. E, inrealtà, possonoess­eretantiss­imi. Mal’invernoèan­chesaggio, come illustrava­no gli antichi: nei giardini del Rinascimen­to era rappresent­atoda vecchidall­a lunga barba, chemolto sapevano emolto avevano da raccontare. È d’inverno, infatti, che impariamo a riconoscer­e gli errori, se ci sono: un altro pregio di questa stagione poco attesa, in giardino. Èunaquesti­onedistrut­tura, didisegno: quandotutt­e le foglie soncadute, e i rami deglialber­i e degli I delicati colori di inizio primavera dei narcisi e dei giacinti a campanelle (qui sopra) si contrappon­gono all’essenziale bellezza delle graminacee in veste invernale (a destra). Una dimensione raccolta e “scultorea” tutta da scoprire.

arbusti si stagliano spogli contro un cielo lattiginos­o, subito saltano all’ occhio le cattive potature; sotto laneve, la sostanza delle forme si fa netta e decisa all’ occhio; al disgelo, gli angolimalc­onci o degradati sono ancora più evidenti, e tristi, se possibile ... Ogni dettaglio diventa leggibile, importante, quasi sostanzial­e; non ci sono fronde merlettate di fiori a coprire le magagne o a distoglier­e l’ attenzione.

Ecco perchè l’inverno è saggio, e richiede la nostra maggiore attenzione: solo con la cosiddetta brutta stagione, osservando e ascoltando il giardino, riusciamo a leggere con chiarezza il suo disegno e i suoi volumi. Solo allora possiamo vedere cosa non funziona e decidere di porvi rimedio. Se un giardino è bello d’inverno, sarà uno giardino bellissimo in primavera. Il contrario, non è assicurato. Il giardino è come un buon abito di sartoria, se è ben fatto, lo si vede dalla struttura; è come un’auto, dove il motore è ciò che conta davvero; come un buon vino, il cui valore non risiede nell’ etichetta; e la sostanza, ciò che davvero haimportan­z alasi vede in in ver- no. Ogni stagioneha la suaora. Inprimaver­a è l’oradel tramonto lamigliore perpassegg­iare e per guardare il giardino; in estate, p erme, è l’ alba, quando alprim osolei colo risono belli per davvero, prima chela luce della canicola li appiattisc­a tutti insieme; inautunnoè­lametà del pomeriggio, quando i raggi del sole sono più forti e accendono i gialli e i rossi delle foglie. In inverno è la tarda mattina, prima del mezzogiorn­o, il momento in cui l’aria è più calda e profumi, colori e rumori sono più vividi e allegri. Siamomedit­erranei, e come tali, portati a pensare all’ inverno come al momento più triste dell’ anno, cui sanno dare gioi asolo le feste e le luci natalizie. I giardini visitabili, infatti, son chiusi d’inverno: ma non perché sono brutti come, con un pensiero un po’ troppo veloce, si potrebbe credere. Sono chiusi perché nessuno pensadi visitarli. Cheerrore.

Chiedete di vederli anche fuori stagione, andate a trovare un amico che abbia un giardino; in ogni caso, fate una passeggiat­a nella natura, adesso, meglio se non piove: troverete bellezze che non immaginava­te. * FilippoPiz­zoni, autorediqu­estoartico­lo, architetto­estoricode­igiardini, è vicepresid­ente diOrticola di Lombardia.

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