Corriere della Sera - Io Donna
ANTONIOMANZINI E TONI TOMMASI
DiMaria LauraGiovagnini
No, vabbe’, maquesto da dove viene?» ha pensato quando se l’è trovato davanti («Aveva sparato subito una battuta, da schiattare dal ridere»). «Bellissima e con un supersenso dell’umorismo? Vaiiii!» si è entusiasmato lui.
Nel 1998 T on iTom masi era la responsabile del cast della serie Linda
e il Brigadiere, AntonioManzini un attore aspirante al ruolo dell’ispettore Tucci. «Non ci saremmo mai conosciuti se non fosse stato per il lavoro: io venivo da Roma Sud, vicino allaGarb atella. Lei dalqu artiere Trieste. Vi ricordate Attenti
a quei due? Eravamo distanti quantoRogerMoore, l’inglese aristocratico, e Tony Curtis, l’americano che gioca a baseball. Prima non mi avrebbe guardato neppure con la coda dell’occhio». «Anche perché tu, amore, hai quattro anni meno: saresti stato un pischello». Duedecenni esatti dopo (“Siamo sposati solo dal 2012, ci siamo presi il nostro tempo ”), Toni ha abbandonato il cinema eseguitola passione per l’equitazione, Antonio è il giallista italiano più letto dopo Camilleri( peraltro, suo ex insegnante all’ Accademia d’ arte drammatica): ha appena pubblicato un racconto in Un an
noin giallo (Sellerio) estapreparando la nuova avventura del vicequestore Rocco Schiavone( anticipazione per gliaf icionados: finalmente arriverà la madre di Gabriele, Cecilia, e porterà caos. Senza implicazioni sentimentali, però). Hanno abbandonato Roma e vivono a Soriano nel Cimino, in una casa nel verde, con i tre cani Nanà, Emma (nessuna allusione letteraria) e Jack Sparrow(«Era stato abbando- nato, ci è entrato in giardino come un pirata dei Caraibi»). «Eravamo stufi di vedere la città violata, come se camminassero sopra la Gioconda. Qui è perfetto per noi: adoriamo la natura, non siamo presenzialisti, ci piace stare a casa a leggere e guardare lese rietv.Gratit udine massima per Schiavone, che ci mantiene ». Peròèarrivatonel2013. Prima?
A.M. Ci barcamenavamo. Il punto più basso? Quando fui costretto ad accettare una soap orribile. Sapevo cosa volevo diventare, il problema era che non avevo una lira.
T.M. Quando caddi da cavallo, si è dovuto vendere la macchina per pagare il dentista. Benché facesse mille cose, industriosissimo: recitava, scriveva libri e sceneggiature... Ha piantato come un pazzo, i frutti sono arrivati. Com’è nato Schiavone?
A.M. A pezzettini. Quando ho iniziato a scrivere - in Valle d’Aosta - l’idea di base era un poliziotto scorretto, aggressivo, antipatico. Pensavo a Il Lercio di IrvineWelsh, un sergente talmente asociale che finisce per dialogare con il suo verme solitario. All’inizioSchiavone doveva essere più violento, a lei non piaceva.
T. M. La sgradevolezza eccessiva mi pareva fine a se stessa. Mi sembrava quasi un volersi “liberare” diAntonio. Ehmmm, aproposito: lamoglie è morta. Non so cosa direbbe Freudma... A. M. Quello è unti poche non può avere una dimensione familiare.
T.M. L’ho trovata un’ottima intuizione: a un oche ha perso il grande a moresi perdonano le azioni più orrende. Va con tutte, mahanelcuoresolo Marina, che non c’ è più. Il fatto che sia così sciupafemmine non la allarma, Toni?
T. M. In effetti Rocco ha parecchio di Antonio, per quanto lui neghi. Compreso l’ essere un po’ sciupa femmine. Gli ha attribuito i suoi lati repressi: se si lasciasse andare, sarebbe litigioso e menerebbe. Un dato autobiografico le canne?
A.M. Saranno vent’anni che non tocco marjuana, benché sia a favore della liberalizzazione delle droghe.
Toni, l’ha visto cambiare con il successo? T. M. Sì: è diventato ancora più orso! Forse pure più buono. Lecosechevi accomunano?
A.M. Amiamo la natura e i cani, odiamo chi non rispetta l’ ambiente. Troviamo che La La Land sia una boiata e Mad Man un capolavoro. Adoriamo andare a sciare d’inverno e rimanere qui in piscina d’estate (c’è sempre qualcuno che viene a trovarci, soprattutto i figli di Toni che considero figlimiei).
T. M. Siamo vegetariani e attentissimi a ciò di cui ci nutriamo, però ci scocciamo a cucinare. Non ci rompiamo le scatoleavicenda.
A.M. Ci sono giorni in cui non so se è in casa o è uscita... Leggiamo tantissimo (lei tre volte più di me): intervallo romanzi con poesie e classici. Adesso ho sul comodino Giorgio Caproni ed Emily Brontë.
T.M. Concordiamo suundiritto: se un libro ci scoccia, non lo finiamo. Ma c’è qualcosa su cui non siete d’accordo?
“Intervallo la lettura di romanzi con poesie e classici. Sul comodino ora ho Giorgio Caproni ed Emily Brontë”
A.M. Su comeè finitoXFactor. La divisione dei compiti?
A.M. Iomi occupo della burocrazia e lei delle lavatrici (ame lo vieta, boh!). Spesso va a Roma, non chiedo perché...
T.M. A volte seguo seminari. Non ne perdo uno di JoeDispenza.
A.M. Sembra un amico di Charlie Brown...
T. M. È un neuroscienziato, teorizza la “riprogrammazione” dellamente per viveremeglio. L’incontro con Sai Baba - decenni fa - mi ha dato una visione meno rigida dell’esistenza. Più spirituale. Antonio co mela vede? Restaschia-
vonescamente pragmatico? A. M. La trovo una prospettiva interessante e la rispetto, manonmiappartiene. Non è essere scioccamente stitici da questo punto di vista: la risposta spirituale non è la prima che mi viene in mente. Credo nell’assenza di un ente superiore. Si definirebbe un uomo“risolto”?
A.M. Direi di sì. L’unica cosa bella del carattere( per il resto, uno schifo) è che non ho rimorsi o rimpianti. Némai retropensieri.
T.M. Non è l’unica cosa bella, su… Quando l’ho conosciuto era permaloso, oggi ascolta le critiche e ci riflette. Ed è responsabile.
A.M. Spero proprio, perché non sopporto l’ irresponsabilità: sarebbe un passo avanti se il popolo italiano smettesse di essere un figlio e diventasse un padre. Possibile che sia invariabilmente colpa di qualcun altro? Siamo lagnosi e vigliacchi: all’inizio della guerra eravamoicattivi, assiemeai tedeschieai giapponesi. Alla fine eravamo tutti americani! Si può?