Corriere della Sera - Io Donna
Ha senso vietare lo smartphone in classe?
Delle due, l’una. O lo smartphone è ormai (piaccia o no) uno strumento indispensabile, nellacontemporaneità, nellavitadiun qualsiasimembrodella collettività globale delTerzoMillennio. Oppure èunmezzodi perdizione socio-culturale. Lasecondaipotesiappareimprobabile: qualsiasi“contenuto” (dalle notizie alla conoscenza scientifico-culturale) transita ormai su questimicroschermi. Vietarnel’usoascuolasignificherebbe un po’ ripetere la ridicola fatica della burocrazia scolastica quando si trattò di passare dalle penne stilografiche alla biro. I nostri figli e i nostri nipoti “sanno” ben più di noi genitori e di noi nonni grazie a quel mezzo egualitario e in qualche modo “democratico”. Tutto è a disposizione di tutti, incluse le enciclopedie. Se n’è accorta anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che ha suggerito l’istituzione di una commissione per stabilire le regole per il giusto uso dello smartphone in classe. Il ricorso ai divieti, lo sappiamo, èilpeggiormetododidattico, inquesti casi. Tocca a noi, ovvero al Pianeta degli Adulti, aiutare i ragazzi a non diventarne schiavi. Faticoso, certo. Ma chi ha mai detto che essere genitori o insegnanti siaungiocodaragazzi?
Nonc’ènemmenobisognodiarrivarebenoltre il limite, e quindi a quelle orribili conversazioni viaWhatsApptra professori e studentessechesonoilcorredodidiverseinchieste dellamagistratura. Bisogna fermarsi prima. E il limite deve essere chiaro: non è possibile che gli studenti e gli insegnanti finiscano per chattare, nonè giusto che un professore abbia il numero privato dello studenteeviceversa, nonènormale- népuòdiventarlo- che docenti e alunni abbiano rapporti se non all’interno della scuola. Qualcuno dirà: sono casi isolati. Bene, noncenedeveessereneanche uno, di caso. Lo si proibisca, conregolecerteesanzionichiare. Lo smartphone deve rimanere fuori dalle aule. E non solo per i rischidieccessiva“connessione” tra studenti e alunni. Ma anche per evitare che la scuola diventi un grande “trucco”. Basta prendere il caso del compito il classe: con lo smartphone si fotografa laversionedi latino, la si fauscire con una foto all’esterno della scuola, si aspetta viaWhatsApp latraduzione, si incassaun8immeritato. È un semplice calcolo tra costi e benefici. I costi di far entrare il telefonino nelle scuole sono più alti dei benefici. Bandirloadesso, quandoin classes’è già piazzato, sarà difficile. Ma è un’urgenza e riguarda tutti. Dal futuro ministro ai genitori.