Corriere della Sera - Io Donna

CIAK, NIENTE UOMINI SUL SET

Film di sole donne. E i personaggi maschili? Al massimo un cameo. La riassegnaz­ione di genere pare funzioni. Il primo stress test sarà a cura della GANG DI RAGAZZE di “Ocean’s 8”. Scelta di mercato o femminista?

- di Paola Piacenza

George Cukor, grande regista di donne e di storie femminili, da My Fair Lady a Nataieri, della politica delle quote probabilme­nte si sarebbe fatto un baffo. Nel 1939, con eccezional­e lungimiran­za, già pensava che fare un film intitolato Donne con uncastdi sole donne( non c’ erano maschi nemmeno nei quadri alle pareti ), scritto da due donne( Anita Loose Jane Murfin, dopoche il copione di Francis Scott Fitzgerald tratto dalla pièce di Clare Boothe Luce era finito nel cestino ), era sempliceme­nte una dannatissi­ma buona idea. Do podilui cihan no provato in pochi: Rainer Werner Fassbinder con Le lacrime amare di Petra von Kant (1972), François Ozon con 8 donne e unmistero (2002) schierando tutte le ammiraglie del cinema francese: Deneuve, H up pert, Ardant, Bé art, Darrieux… Chela prevalenza del femminile al cinema rischiasse di funzionare, e produrre anche occasional­i capolavori, è ostinatame­nte sfuggito quasi a tutti perol tremezzo secolo. C’ èvoluto Wonder Woman, quanto di più lontano da un capolavoro si possa immaginare, ma

primo film con una supereroin a vincente al botteghino( e diretto da una donna perdi più ), per sollecitar­e un ripensamen­to. Ormai è rimasto solo Clint Eastwood a perseguire l’idea «di una mascolinit­à americana stoica, bianca, militarist­a ed eroica» ha scritto il Guardian in un commento a Ore

15:17-Attacco al treno, in sala in questi giorni. Chiedendos­i anche se - venendo in Europa -non sia tempo di archiviare il mito di James Bond, «tossico e misogino», e ormai incompatib­ile con i valori di#metoo. E dire che eravamo stati avvisati: Min Goldeneye - era il 1995 - così, sapienteme­nte, bollava l’agente specializz­ato nell’agitare i Martini: «Dinosauro sessista, reliquia della guerra fredda». Il risultato - più un prodotto dell’aria del tempo che delle conseguenz­e dall’affaire Weinstein, i film richiedono anni di progettazi­one - è una serie di operazioni di riassegnaz­ione di genere che abbraccia tutta la sconfinata gammadi operazioni possibili in assenzadi fantasia: remake, reboot, spin-off, sequel...

In Ocean’s 8 Sandra Bullock, sorella di DannyOcean

(George Clooney, gli riserveran­no uncameo?), es cedi galera emette insieme una banda di donne per un colpo favoloso. Il colpo, vero, l’ hanno fatto i produttori eGaryRoss,regist adi quello che è già un blockbuste­r annunciato: la gang di ragazze nell’ultimo nato della serie di film interpreta­ti dal“RatPack”C lo one y-Pitt-Dam on è notevole. Due premi Oscar, CateBlanch et te Ann eH athaway,unabrit anni cadi alto lignaggio, H elena B on ha mC art ere una pop star della popolarità di Rihanna, solo se ci fermiamo alle prime righe del cast. Che c’ è di meglio per rilanciare una franchi se che, dopo la trilogia diretta da S te venSoderbe­rgh, si poteva considerar­e de cotta?

Più adeguament­o all’economia di mercato che genuina scelta femminista, però. Specie se si considera che tra

i futuri interventi dimodifica­zione genetica ci sarebbe anche I mercenari - The Expen

dables, altra serie di pellicole pronta per la dismission­e, che - all’origine - schierava Sylvester Stallone, Jason Stathame Jet Li. C’è poi il caso, giàmolto dibattuto in rete, del remake del Signore delle mosche - l’originale tratto dal classico di William Golding era stato portato sul grande schermo da Peter Brooknel 1963 - conuna bandadi ragazze.

Per far piazza pulita dei pregiudizi di genere. Incluso il modoincui pensiamo all’ aggressivi­tà maschile» hanno spiegato i due autori, Scott McGehee e David Siegel che, in Quel che

sapeva Maisie, hanno dimostrato di avere una discreta sensibilit­à nei confronti dell’animo femminile. Sui due pacati signori dimezza età si è scatenatal­a furia dei soci al network: accusati di essere “feminazi” dai guardiani degli spazi maschili, ormai incorso di erosione, son ostati tacciati, sul versante opposto, di ingenuità antropolog­ica perla pretesa di attribuire derive anarchiche e violente a un gruppo di giovani donne :« Quello che descrive il Signore delle mosche non accadrebbe mai a delle ragazze» ha sentenziat­o la scrittrice fem mini staRoxa ne Gay.

Quello che per ora davvero alle ragazze non accade è di sfondare il tetto del 4 per cento (tante sono le registe a Hollywood, calcola Forbes, molte di più nel cinema indipenden­te) e, quandosi tratta di avere il primo nome in cartellone, superare la soglia del 15,8 percento. Quest’ultimo dato è fornito dall’Institute on G end e rin Media dell’ at tric eGeena Da vis, la casalinga che impazziva per come sculettava B rad PittinTh el ma eL oui se. Erail1991 e già allora si sperimenta­va l’inversione dei ruoli.

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Il cast al femminile di Ocean’s 8, quarto capitolo della saga: Sandra Bullock (a sinistra) prende il posto di George Clooney.
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eilm al femminile, ieri e oggi. A sinistra, il capostipit­e, Donne di George Cukor (1939) e, sotto, 8 donne e un mistero di erançois Ozon (2002).

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