Corriere della Sera - Io Donna
TERESAMANNINO
Di Cristina Lacava
Questavolta, escedaunarmadioeguarda fuori. Quelchevedenonlepiace: pocaacquadabere e tantaplastica inmare, notizie inutili e spesso fake, e l’asse della Terra che si sposta, mentre i ghiacciai si sciolgono. Temi tosti, che Teresa Mannino, 47anni, nelnuovospettacoloteatrale Sento laTerra girare, racconta conleggerezza, strappandomolterisate(eilpubblicoapprezza, riempiendo le sale). Per lei, che in Sono nata il ventitré parlava di infanzia, tradimenti, uomini, partendo da se stessa, questo nuovo lavoro è una sfida importante. Che nasce sì perun’urgenzapersonale, mariguardamoltodavicinotuttinoi. Anchesenonseneparla tanto. Comemai questavoltahadecisodi affrontare il temadell’ambiente? Nonèpesanteperunacomica? Devo ammettere che è stato difficile scrivere Sento laTerra giraremantenendounlinguaggioironico, senza essere saccente. Però sono contenta del risultato, credo di aver raggiunto lamaturitànecessaria. Trovo pazzesco il disinteresse generale su questa
emergenza, ancheora in campagna elettorale. Ècomesebruciasselacasa e qualcuno si chiedesse: meglio un cuscino rosso o verde?
Èunproblemachesentedatempo?
Direidasempre. Quandoeropiccola, inSiciliamancaval’acqua. Misono trasferita a Milano, e ho trovato un’aria irrespirabile.
Nella vita quotidiana, come si comporta?
Non credo che la scelta dei singoli possa servire a qualcosa. Comunque sto attenta: non ho la macchina, vado inbici o usoil car sharing. Ho la mania di chiudere i rubinetti dell’acqua e l’ho passataamia figliaGiuditta, che a 8 anni li chiude anche a scuola. Non sono estremista, mangiolacarne. Peròhoportato mia figlia a vedere le teste di agnello in macelleria. Se vedi cosa mangi ne hai rispetto, e non sprechi. Ma fare l’orto sul balcone non salva il pianeta.
Sento la Terra girare
fa riflettere maancheridere. Quandohacapito chesarebbediventataunacomica?
Presto: da bambina ero quella che faceva ridere con l’imitazione dello zio, e a scuola con le mie battute facevo prendere la nota a tutta la classe. Ma non pensavo che sarebbediventatounlavoro. PoiaMilano ho studiato recitazione, ho iniziato con il cabaret a Zelig e da lì è partito tutto.
Esseredonna: ostacolo oppure opportunità?
All’inizio eravamo in poche, 2 o 3, e portavamo uno sguardo diverso. Non è stato semplice, mi sono impegnata ma non ho avuto intoppi particolari.
La sua laurea infilosofia l’hamessa inuncassetto e dimenticata là?
No, assolutamente. Per preparare questo spettacolo ho studiato tanto, fatto ricerche. Mi è servita la capacità di analisi che mi ha dato la filosofia. Oltre all’insegnamento di mia madre, una donna libera che dice quello che pensa. Ma soprattutto: pensa.
Ha lasciato la Sicilia perMilano a 27 anni. Oggi, quando dice “casa mia” acosasi riferisce?
AmoMilano, c’èilmiopubblicoeormai scrivo con la testa di chi ci vive. Ma ho sempre un gancio chemi tiraversoSud. Tantochesonotornata adabitare inSiciliaperalcunimesi.
Quandoèsuccesso?
L’estate scorsami sono trasferita in campagna, vicinoaPalermo, conla famiglia. Avevo voglia di natura, di tornarealleorigini. Nonsareiandata in città, non sarebbe stato lo stesso. Non avrei mai pensato di farlo, invece è successo. Giuditta è andata a scuola là, poi è tornata alNord. AncheMilanoècasamia, edèmolto più allegra di una volta.
Comesi è trovatasuafiglia?
Benissimo, è milanese ma ha una “r” da sicula pazzesca. Adora stare
incampagna, andareascuolaapiedi. Hounafigliameravigliosa.
Tutto bene, allora. Anche l’amore?
Ho unamoremeraviglioso.
Tempofahadetto: quandoami, devi essere convinta che sia per sempre, almeno per i primi due anni. Li ha superati?
Sì, e penso ancora che sia per sempre, quindi credoproprio che lo sarà. Mi sento semprepiùconvinta e innamorata, e mi sento amata tantissimo. Èunacosararainunacoppia. Senevedonotantedi finte... Ma amenonèmaicapitato.
Verochehasempre lasciato lei?
Confermo. Quando cominci a non guardartieanonparlartidevichiedere: dov’èl’amore? Lafinzionenon miappartieneproprio. Megliochiudere, a quel punto.
Nello spettacolo precedente, Sono nata il ventitré, parlava di uomini edi famiglia. InSento laTerraginiente di personale?
rarenonc’è
Come no! L’ultima parte è sul tempochepassa, sul fattochestaicambiando ma non crescendo. Te ne accorgi perché sei a letto, ti tocchi il ginocchio e capisci che domani piove.
Comevive il cambiamento?
Mistannocominciandoaveniredei rimpiantichenonhomai avuto: mi dispiace non aver studiato fisica, e so che non lo farò più.
Il rapporto con il suo corpo come va?
Diciamochelamagrezzaaiuta, perchéhomenocosedafarcrollare. Mi accorgo che la linea sta cambiando; il peso è ugualema i pantaloni non mi entrano più. Ma prometto: mai ritocchini. A parte tingere il ciuffo, lascio fare alla natura.
Ecco appunto, la natura. Dobbiamofidarcidegliesseriumani?
Penso propriodi sì. Purché si usi la capacità critica, come ripeto a Giuditta: devi essere tu a capire le cose, _ non lasciarti terrorizzare, ilmondo è anchemeraviglioso.
“Amo Milano, c’è il mio pubblico e ormai scrivo con la testa di chi ci vive. Ma ho sempre un gancio che mi tira verso Sud”