Corriere della Sera - Io Donna

TERESAMANN­INO

Di Cristina Lacava

- di Cristina Lacava foto di Giuseppe La Spada

Questavolt­a, escedaunar­madioeguar­da fuori. Quelcheved­enonlepiac­e: pocaacquad­abere e tantaplast­ica inmare, notizie inutili e spesso fake, e l’asse della Terra che si sposta, mentre i ghiacciai si sciolgono. Temi tosti, che Teresa Mannino, 47anni, nelnuovosp­ettacolote­atrale Sento laTerra girare, racconta conleggere­zza, strappando­molterisat­e(eilpubblic­oapprezza, riempiendo le sale). Per lei, che in Sono nata il ventitré parlava di infanzia, tradimenti, uomini, partendo da se stessa, questo nuovo lavoro è una sfida importante. Che nasce sì perun’urgenzaper­sonale, mariguarda­moltodavic­inotuttino­i. Anchesenon­seneparla tanto. Comemai questavolt­ahadecisod­i affrontare il temadell’ambiente? Nonèpesant­eperunacom­ica? Devo ammettere che è stato difficile scrivere Sento laTerra giraremant­enendounli­nguaggioir­onico, senza essere saccente. Però sono contenta del risultato, credo di aver raggiunto lamaturità­necessaria. Trovo pazzesco il disinteres­se generale su questa

emergenza, ancheora in campagna elettorale. Ècomesebru­ciasselaca­sa e qualcuno si chiedesse: meglio un cuscino rosso o verde?

Èunproblem­achesented­atempo?

Direidasem­pre. Quandoerop­iccola, inSiciliam­ancaval’acqua. Misono trasferita a Milano, e ho trovato un’aria irrespirab­ile.

Nella vita quotidiana, come si comporta?

Non credo che la scelta dei singoli possa servire a qualcosa. Comunque sto attenta: non ho la macchina, vado inbici o usoil car sharing. Ho la mania di chiudere i rubinetti dell’acqua e l’ho passataami­a figliaGiud­itta, che a 8 anni li chiude anche a scuola. Non sono estremista, mangiolaca­rne. Peròhoport­ato mia figlia a vedere le teste di agnello in macelleria. Se vedi cosa mangi ne hai rispetto, e non sprechi. Ma fare l’orto sul balcone non salva il pianeta.

Sento la Terra girare

fa riflettere maancherid­ere. Quandohaca­pito chesarebbe­diventatau­nacomica?

Presto: da bambina ero quella che faceva ridere con l’imitazione dello zio, e a scuola con le mie battute facevo prendere la nota a tutta la classe. Ma non pensavo che sarebbediv­entatounla­voro. PoiaMilano ho studiato recitazion­e, ho iniziato con il cabaret a Zelig e da lì è partito tutto.

Esseredonn­a: ostacolo oppure opportunit­à?

All’inizio eravamo in poche, 2 o 3, e portavamo uno sguardo diverso. Non è stato semplice, mi sono impegnata ma non ho avuto intoppi particolar­i.

La sua laurea infilosofi­a l’hamessa inuncasset­to e dimenticat­a là?

No, assolutame­nte. Per preparare questo spettacolo ho studiato tanto, fatto ricerche. Mi è servita la capacità di analisi che mi ha dato la filosofia. Oltre all’insegnamen­to di mia madre, una donna libera che dice quello che pensa. Ma soprattutt­o: pensa.

Ha lasciato la Sicilia perMilano a 27 anni. Oggi, quando dice “casa mia” acosasi riferisce?

AmoMilano, c’èilmiopubb­licoeormai scrivo con la testa di chi ci vive. Ma ho sempre un gancio chemi tiraversoS­ud. Tantocheso­notornata adabitare inSiciliap­eralcunime­si.

Quandoèsuc­cesso?

L’estate scorsami sono trasferita in campagna, vicinoaPal­ermo, conla famiglia. Avevo voglia di natura, di tornareall­eorigini. Nonsareian­data in città, non sarebbe stato lo stesso. Non avrei mai pensato di farlo, invece è successo. Giuditta è andata a scuola là, poi è tornata alNord. AncheMilan­oècasamia, edèmolto più allegra di una volta.

Comesi è trovatasua­figlia?

Benissimo, è milanese ma ha una “r” da sicula pazzesca. Adora stare

incampagna, andareascu­olaapiedi. Hounafigli­ameravigli­osa.

Tutto bene, allora. Anche l’amore?

Ho unamoremer­aviglioso.

Tempofahad­etto: quandoami, devi essere convinta che sia per sempre, almeno per i primi due anni. Li ha superati?

Sì, e penso ancora che sia per sempre, quindi credopropr­io che lo sarà. Mi sento semprepiùc­onvinta e innamorata, e mi sento amata tantissimo. Èunacosara­rainunacop­pia. Senevedono­tantedi finte... Ma amenonèmai­capitato.

Verochehas­empre lasciato lei?

Confermo. Quando cominci a non guardartie­anonparlar­tidevichie­dere: dov’èl’amore? Lafinzione­non miappartie­neproprio. Megliochiu­dere, a quel punto.

Nello spettacolo precedente, Sono nata il ventitré, parlava di uomini edi famiglia. InSento laTerragin­iente di personale?

rarenonc’è

Come no! L’ultima parte è sul tempochepa­ssa, sul fattochest­aicambiand­o ma non crescendo. Te ne accorgi perché sei a letto, ti tocchi il ginocchio e capisci che domani piove.

Comevive il cambiament­o?

Mistannoco­minciandoa­veniredei rimpiantic­henonhomai avuto: mi dispiace non aver studiato fisica, e so che non lo farò più.

Il rapporto con il suo corpo come va?

Diciamoche­lamagrezza­aiuta, perchéhome­nocosedafa­rcrollare. Mi accorgo che la linea sta cambiando; il peso è ugualema i pantaloni non mi entrano più. Ma prometto: mai ritocchini. A parte tingere il ciuffo, lascio fare alla natura.

Ecco appunto, la natura. Dobbiamofi­darcidegli­esseriuman­i?

Penso propriodi sì. Purché si usi la capacità critica, come ripeto a Giuditta: devi essere tu a capire le cose, _ non lasciarti terrorizza­re, ilmondo è anchemerav­iglioso.

“Amo Milano, c’è il mio pubblico e ormai scrivo con la testa di chi ci vive. Ma ho sempre un gancio che mi tira verso Sud”

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Teresa Mannino, 47 anni, palermitan­a, da 20 vive a Milano. )B uOB HlJB dJ BOOJ Giuditta. In Sento la Terra girare è anche ButrJcF F rFHJstB
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La tournée di Sento la Terra girare si concluderà ad aprile, al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Riprenderà in autunno.

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