Corriere della Sera - Io Donna
PULP (NOT) FICTION
Pur di far vincerei propri figli erano disposti a tutto, anche adoparli. Utilizzavano sostanze pesantissime come E po, testosterone, ormoni, insulina, stimolanti oppiacei. I ciclisti hanno tra 18 e i 22anni. Unodi loro, LinasRumsas, promessadei dilettanti, 21 anni, è mortonelmaggio scorso perché il suo cuore nonha retto ai farmaci. Suo padre Raimondas, lituano, è statouncampione delle due ruote e qualche anno fa è finito sotto inchiesta insieme alla moglie proprio pervi cen delegate alla somministrazione di medicine proibite. Viveva già in Italia, a Lucca. E la fine tragica del suo ragazzo ha dato il via a un’ inchiesta che sta facendo emergere retroscena sconvolgenti. Perché i racconti dei protagonisti rivelano che gli atleti non disponibili a sottoporsi ai trattamenti venivano esclusi dalla squadra, costretti ancheconminaccea farsidaparte. Lo spiega bene il procuratore Pietro Suc han quando afferma :« Qui non si parla soltanto di doping. Qui ci sono padri, madri e allena toriche scherzano con la vitae la salute di ragazzi giovanissimi ». Il direttore sportivo di una società avrebbe trasformato l’appartamento dei suoi anziani genitori in una vera e propria“centrale dispaccio” dovei farmaci venivano nascosti nel frigorifero tra fruttaeverdura.
Il racconto della poliziotta che ha svolto le indagini è agghiacciante: «Parlavano in codice: quando si riferivano all’Epo dicevano“meloni gialli o verdi ”, a seconda del dosaggio. Avevano dosi da 10,20,30,40.000 unità e siringhe di diverso colore a seconda della quantità. Epoic’erail jolly, proposto ai corridori alla vigilia di corse importanti. Ci siamo arrovellati per capire che cosa fosse, poi abbiamo capito che eraunfarmaco coneffetti immediati. Si prendeva poco prima della gara e si smaltiva velocemente, tanto che non l’abbiamo trovata ai controlli antidoping organizzati per il dopo-gara. Era una siringa di insulina, era un ormone, potevano essere pastiglie ». Qualsiasi cosa, pur di arriva reprimi.