Corriere della Sera - Io Donna
L’AMICIZIA FEMMINILE AL TEMPO DELLA MATERNITà
Alma e Maria si conoscono dalla scuola. Poi una HA UN FIGLIO, l’altra no. In un romanzo, come spesso accade nella vita, due donne alla ricerca di un nuovo equilibrio dei sentimenti
All’ aperit ivo di ceno, perché è l’ ora del bagnetto. Poi rilancia con un caffè in casamentre il bimbo dorme, ma si sente rispondere un imbarazzato “ho un impegno”. Il cinema all’ultimo spettacolo è proibitivo, per chi passalenotti inbianco. Ediuna passeggiata al parco tra carrozzine e trenini l’altra non ne vuole sapere. Bye bye amica mia, ci rivedremo (forse) tra10anni. Nient emette più a dura prova l’ amicizia tra donne della maternità, specialmente se riguarda una sola delle due. Nonè tanto questione di orarima di linguaggi, priorità, silenzi. Di buca in buca, finisce chela quotidianità allontani, cheWhatsApp taccia. Da una parte, più semplice frequentare le mamme dei giardinetti. Dall’altra, le compagne di yoga/tango/pilates. Che peccato. Eppure, non sempre va così. Ce lo racconta
Nient’altro al mondo (Garzanti), scritto da Laura Martinetti, architetto, e Manuela Perugini, ex avvocato. Manuela non ha figli come Maria, una delle protagoniste. Laura invece ne ha due come Alma, l’ altra voce narrante. Manuela/ Maria e Laura/ Al masi conoscono dai tempi del liceo, e basta sen-
tir e l’ entusiasmo nel lavo cedi Laura quando parla dell’attività dell’altra per capire come ancora oggi siano vicine .« T radino i c’èun’affinitànaturale» dicono ,« che va oltre la quotidianità. Ci sentiamo una famiglia allargata. Pensiamo sia riduttivo frequenta resolo persone che hanno il tuo stesso vissuto».
Per ciascuna delle due, il confronto con l’altra è una ricchezza: «Spesso mi sento imballata », ammette Laura ,« tanto che preferisco chiedere consigli sui miei figlia Manuela, che ha uno sguardo più obiettivo».
Da parte sua, Manuela ammette che« sì, le cene tra single sono più divertenti delle festetramamme, maèlarealtà della vita».
Mantenere le amicizie è faticoso: «Devono essere accudite, specie quelle giovanili, che hanno le radici più lunghe», dice la psicologa Silvia Vegetti Finzi che alla maternità ha dedicato L’ospite più atteso
(Einaudi). «Parliamo di un valore storicamente maschile, che noi donne abbiamo scoperto conil femminismo, declinandolo in un altromodo: per noi non è sui contenuti ma è una musica, un modoper colorare l’ esistenza». Èveroch ala maternità può diventare totalizzante, soprattutto quando si combatte tra pappe e biberon. Ma «fa bene alla madre emergere e trovare tempo per sé, perla ragazza che era e che deve continuare a essere. Come diceva Freud: dobbiamo giocarci su più tavoli» continua la psicologa. L’amicizia con una non-madre può dare ossigeno: «Dipende da te, chela condizione materna diventi o no il tuo unico centro» dice Carolina Di Domenico, madre di Andrea ,6 anni e Pietro ,10, conduttrice di Fenomeni del pulito il sabato su RealTime. «Tusei stataanchealtro.
Devi riuscire a mantenere una tua dimensione indipendente dall’ essere madre ». L’ amica del cuore di Carolina, Veronica, fa la costumista, ed è sempre in giro per il mondo: «C isonomo menti in cui io invidio la sua leggerezza, la nonorganizz azione. Altri in cui lei invidia me, perché si sente sola. A tutte e due manca un pezzo. Ma quando stiamo insieme, e ci beviamo un bicchiere divino, ci sentiamo quindicenni».
Per una non-madre, sostiene Silvia Vegetti Finzi, quel che conta «è riuscire a fare i conti con il sentimento dell’invidia, e pensare che la genitorialità non sia solo quella biologica, e neanche quella del nu- cleo familiare. «Ci sono tantimodi di sentirsimadri di figli chenonsono i propri» suggerisce. Per l’attrice Milena Mancini (interprete di La
terra dell’abbastanza, presentato al Festival di Berlino ), madre di Marco ,6 anni, e Marcello ,5, l’ amica single Manuela è parte integrante della famiglia. Spiega :« Io e Manuel aci sentiamo sorelle. Tra noi c’è rispetto, mai competizione. Mentre tra le madri spesso c’è la sfida a chi è la più perfetta. Quandocisi mette in gara, i rapporti si allentano. Esenon ci si capisce, sentirsi diventa uno stillicidio. Vale per l’amore e per le altre relazioni». Bisogna investire nel rapporto, solo così hai un ritorno, e a quel punto non importa se la distanza aumenta. Beatrice Venezi, giovane direttore d’orchestra (è tra le protagoniste della maratona di Brave. Storie di ragazze coraggiose, sulaFl’8marzo), è spesso in tournée :« Quandole mieamiche, e lemiecugine, sono diventate madri, sono stata molto contenta per loro. Pazienza se per unpo’ sonosparite. Conla vita che faccio, sono l’ultima apoter pretendere presenza continuativa e attenzione. Quando le incontro è una gioia, non un dovere».
Beatrice sembra pronta a un ruolo che secondo Silvia Vegetti Finzi andrebbe riscoperto: la zia, anche d’adozione. «I ragazzi hanno bisogno per crescere di figure diverse, non solo genitori e nonni. La zia è accudente e importante, perché permette di uscire dolcemente dal monopolio materno».
Qualche volta è lei, come l’amica single di Milena Mancini, a ricordarsi i compleannidi tutti, compresi i nipoti delcuore.