Corriere della Sera - Io Donna

L’AMICIZIA FEMMINILE AL TEMPO DELLA MATERNITà

Alma e Maria si conoscono dalla scuola. Poi una HA UN FIGLIO, l’altra no. In un romanzo, come spesso accade nella vita, due donne alla ricerca di un nuovo equilibrio dei sentimenti

- di Cristina Lacava

All’ aperit ivo di ceno, perché è l’ ora del bagnetto. Poi rilancia con un caffè in casamentre il bimbo dorme, ma si sente rispondere un imbarazzat­o “ho un impegno”. Il cinema all’ultimo spettacolo è proibitivo, per chi passalenot­ti inbianco. Ediuna passeggiat­a al parco tra carrozzine e trenini l’altra non ne vuole sapere. Bye bye amica mia, ci rivedremo (forse) tra10anni. Nient emette più a dura prova l’ amicizia tra donne della maternità, specialmen­te se riguarda una sola delle due. Nonè tanto questione di orarima di linguaggi, priorità, silenzi. Di buca in buca, finisce chela quotidiani­tà allontani, cheWhatsAp­p taccia. Da una parte, più semplice frequentar­e le mamme dei giardinett­i. Dall’altra, le compagne di yoga/tango/pilates. Che peccato. Eppure, non sempre va così. Ce lo racconta

Nient’altro al mondo (Garzanti), scritto da Laura Martinetti, architetto, e Manuela Perugini, ex avvocato. Manuela non ha figli come Maria, una delle protagonis­te. Laura invece ne ha due come Alma, l’ altra voce narrante. Manuela/ Maria e Laura/ Al masi conoscono dai tempi del liceo, e basta sen-

tir e l’ entusiasmo nel lavo cedi Laura quando parla dell’attività dell’altra per capire come ancora oggi siano vicine .« T radino i c’èun’affinitàna­turale» dicono ,« che va oltre la quotidiani­tà. Ci sentiamo una famiglia allargata. Pensiamo sia riduttivo frequenta resolo persone che hanno il tuo stesso vissuto».

Per ciascuna delle due, il confronto con l’altra è una ricchezza: «Spesso mi sento imballata », ammette Laura ,« tanto che preferisco chiedere consigli sui miei figlia Manuela, che ha uno sguardo più obiettivo».

Da parte sua, Manuela ammette che« sì, le cene tra single sono più divertenti delle festetrama­mme, maèlarealt­à della vita».

Mantenere le amicizie è faticoso: «Devono essere accudite, specie quelle giovanili, che hanno le radici più lunghe», dice la psicologa Silvia Vegetti Finzi che alla maternità ha dedicato L’ospite più atteso

(Einaudi). «Parliamo di un valore storicamen­te maschile, che noi donne abbiamo scoperto conil femminismo, declinando­lo in un altromodo: per noi non è sui contenuti ma è una musica, un modoper colorare l’ esistenza». Èveroch ala maternità può diventare totalizzan­te, soprattutt­o quando si combatte tra pappe e biberon. Ma «fa bene alla madre emergere e trovare tempo per sé, perla ragazza che era e che deve continuare a essere. Come diceva Freud: dobbiamo giocarci su più tavoli» continua la psicologa. L’amicizia con una non-madre può dare ossigeno: «Dipende da te, chela condizione materna diventi o no il tuo unico centro» dice Carolina Di Domenico, madre di Andrea ,6 anni e Pietro ,10, conduttric­e di Fenomeni del pulito il sabato su RealTime. «Tusei stataanche­altro.

Devi riuscire a mantenere una tua dimensione indipenden­te dall’ essere madre ». L’ amica del cuore di Carolina, Veronica, fa la costumista, ed è sempre in giro per il mondo: «C isonomo menti in cui io invidio la sua leggerezza, la nonorganiz­z azione. Altri in cui lei invidia me, perché si sente sola. A tutte e due manca un pezzo. Ma quando stiamo insieme, e ci beviamo un bicchiere divino, ci sentiamo quindicenn­i».

Per una non-madre, sostiene Silvia Vegetti Finzi, quel che conta «è riuscire a fare i conti con il sentimento dell’invidia, e pensare che la genitorial­ità non sia solo quella biologica, e neanche quella del nu- cleo familiare. «Ci sono tantimodi di sentirsima­dri di figli chenonsono i propri» suggerisce. Per l’attrice Milena Mancini (interprete di La

terra dell’abbastanza, presentato al Festival di Berlino ), madre di Marco ,6 anni, e Marcello ,5, l’ amica single Manuela è parte integrante della famiglia. Spiega :« Io e Manuel aci sentiamo sorelle. Tra noi c’è rispetto, mai competizio­ne. Mentre tra le madri spesso c’è la sfida a chi è la più perfetta. Quandocisi mette in gara, i rapporti si allentano. Esenon ci si capisce, sentirsi diventa uno stillicidi­o. Vale per l’amore e per le altre relazioni». Bisogna investire nel rapporto, solo così hai un ritorno, e a quel punto non importa se la distanza aumenta. Beatrice Venezi, giovane direttore d’orchestra (è tra le protagonis­te della maratona di Brave. Storie di ragazze coraggiose, sulaFl’8marzo), è spesso in tournée :« Quandole mieamiche, e lemiecugin­e, sono diventate madri, sono stata molto contenta per loro. Pazienza se per unpo’ sonosparit­e. Conla vita che faccio, sono l’ultima apoter pretendere presenza continuati­va e attenzione. Quando le incontro è una gioia, non un dovere».

Beatrice sembra pronta a un ruolo che secondo Silvia Vegetti Finzi andrebbe riscoperto: la zia, anche d’adozione. «I ragazzi hanno bisogno per crescere di figure diverse, non solo genitori e nonni. La zia è accudente e importante, perché permette di uscire dolcemente dal monopolio materno».

Qualche volta è lei, come l’amica single di Milena Mancini, a ricordarsi i compleanni­di tutti, compresi i nipoti delcuore.

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Manuela Perugini e Laura Martinetti presentera­nno Nient’altro al mondo (Garzanti) domenica 11 marzo a Tempo di libri, a Milano.

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