Corriere della Sera - Io Donna
ILMADE IN ITALY DI ALTAGAMMA
Non solo moda, food e design. Oggi la Fondazione Altagamma raccoglie circa 100 IMPRESE TRICOLORI VINCENTI anche in altri settori e apprezzate in tutto il mondo. Un libro celebra i 25 anni dell’associazione. E le iniziative promosse da questi brand a soste
Più complesso del cubo di Rubik, più affascinante del rettangoloaureo, il misterioso dodecaedro illustra la copertina di Altagamma.
I tali anC reati vityandCul ture, edito daSkira. SePlatone aveva associato aognunodei suoi solidiunelemento, al dodecaedro assegnò l’etere, o la quintessenza, ciò che compone i corpi celesti e l’ anima. Era il cosmo, secondo il filosofo, ad avere la forma del dodecaedro, che coni suoi 20 vertici e 30 spigoli può comprendere infinite simmetrie. Èil simbolo sorprendente, che la fotografia di Giovanni Gastel rende plastico, scelto per simboleggiare le iniziative, i valori, i legami aperti e trasversali delle imprese che rappresentano “l’ industria del bello” italiana. Erano dieci nel 1992 ad avere la consapevolezza che, ognuno a suo modo e nel suo settore, aveva radici in quella cultura materiale del nostro Paese che si richiama allo stile e alla creatività incarnati dai prodotti italiani. Con intuito e ottimismo i grandimarchi dellamoda, che pure non avevano l’abitudine di frequentarsi, sono i più numerosi tra i fondatori: Salvatore Ferragamo, Santo Versace, che sarà il primo presidente fino al 1994, Ermenegildo Zegna, Baratti& Milano, cioccolate ria e altre dolcezze del gusto, Ales sie Fontana Arte. Oggi i soci sono quasi cento e rappresentano aspetti differenti dello stile di vita, includendo anche food&beverage, ospitalità, motori, nautica, gioielleria. A raccontare la loro unicità, una scheda dalla sintesi fulminea e un’ immagine rappresentativa.
Spiega Stefania Lazzaroni, direttore generale di Fondazione Alta gamma :« L’ idea del libro ci è stata suggerita dall’esigenza di riflettere sui nostri primi 25 anni. Non volevamo però che diventasse soltanto uno scambio di lodi e complimenti, ma che ci aiutasse nella narrazione di questa Italia delle meraviglie. E visto che ilnostrologoè Altagamma. Creatività e cultura italiana ”, abbiamo voluto rappresentare e sottolineare il legame forte trale imprese e il nostro patrimonio». Anche per questo il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che ha dato il patrocinio all’iniziativa, nell’introduzione allibro parla di“Paese della bellezza, dell’arte e della manifattura” che a costruire questa bellezza contribuisce da sempre. Le imprese Alta gamma sono vere e proprie icone di stile (Lazzaroni le definisce “campioni di italianità”) che valorizzano il Paese all’estero. Tanto cheMade in Italy è il terzo marchio piùnoto almondo. «Il libro però non parla soltanto della storia di aziende gioiello» spiega Stefania Lazzaroni «madel legame costante con il mondo dell’ arte e della cultura. Infatti l’ Uenel2012h ari conosciuto questa particolarità definendo per legge l’ industria europea alta
Così c’è chi tutela palazzi magnifici esaltando l’architettura degli spazi e chi propone scuole selezionate dove si interpreta il mestiere in un attento equilibrio tra futuro e passato. Chi protegge il territorio come il GruppoZegna,l acui Oasi ha salvaguardato ed esaltatola flora delle Prealpi Biellesi, schierandosi con “i 200 del FAI” a tutela della parte più indifesa e preziosa del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Chi racconta lo sviluppo delle proprie attività in curatissimimusei aziendali, chi finanzia restauri altrimenti impossibili di monumenti e costruzioni che hanno fatto la storia delmondo. E qui citare l’imponente operazione del Gruppo Della Valle per il Colosseo è quasi un obbligo, come l’appassionato lavoro sul Colosseo Quadratodell’Eur, chegrazieaFendi offre periodicamente mostre di pregio. Conoscere queste passioni e le visioni chele ispirano restituisce, oltre a ogni cattivanotizia e odioso dibattito, la speranza sul futuro del nostro Paese. di gamma culturale e creativa». È significativo che quasi il 60% dei soci abbia sviluppato progetti specifici di Corporate Art, con picchi dell ’82% per quanto riguardala moda e del 75% il design. Andrea Illy, presidente della Fondazione, parla di una sorta di debito di riconoscenza, da parte di chi opera nel“Bello, BuonoeBenfatto italiano”, nei confronti del nostro heritage artistico, culturale e paesaggistico .« Perché la bellezza millenaria che ci circonda educa a un’inestimabile sensibilità estetica ed è una risorsa intangibile della quale riconosciamo sempre più il valore. La creatività è la linfa della progettualità, la cultura è l’essenza della tradizione. Si nutrono a vicenda e insieme sono il perfetto connubio tra effimero edeterno».