Corriere della Sera - Io Donna
Per i conservatori, lo sport minaccia “la vera natura femminile” perché spinge alla competizione
mente restasenza licenza. Halahtieneanche corsimistiper ragazzeeragazzi sotto i 15anni e perciò teme che, se chiedesse l’autorizzazione, non le verrebbe tuttora concessa. A febbraioha tenutounworkshopconun insegnante (uomo) venuto dagli StatiUniti: a Riad sono stati ospitati dalla palestra Kore, una delle più trendy.
In uno spazio dietro finestre opache e senza cartelli all’ingresso, con lamusica pop altissima, Halah insegna kickboxing, muy thai, crossfitadonneinleggingsemaglietta, molte dellequali trentenni configli alle elementari. Soloqualcunatiene ilvelo, lealtre lolasciano nell’armadietto (Halah non lo porta neanche fuori, indossauna tunica colorata). All’inizio faticano a trovare equilibrio, coordinazione, Una giovane istruttrice di equitazione fa yoga in sella al suo cavallo, a Gedda. forza per colpire. «Gli sport da combattimento sonopercepiti come aggressivi inuna cultura in cui gliuomini sono sempre stati alpotere. C’è una certa paura che accompagna il pugno» spiega Halah. «Ma imparano rapidamente, e alla fine tornano a casa cambiate, si muovono e parlano diversamente».
Non tutti sono d’accordo. I religiosi ultraconservatorihannopredicatoalungochelosport minaccia la “vera natura femminile” e che competere conaltredonnepuòportare a farlo anche con gli uomini. Ma negli ultimi due anni i poteri della polizia religiosa sono stati ridotti e dalprossimo giugno le saudite potranno guidare l’auto. Per la prima volta una donna, la principessa Reema Al Bandar, dirige un dipartimento per diffondere lo sport nella società. Halah sta collaborando con lei per mettere a punto il curriculum di educazione fisica per le scuole pubbliche. Anche Lina Al Maeena, fondatrice nel 2003 del primo teamfemminile di basket, “Jeddah United”, è cresciuta (comeHalah) facendoattività fisica (in una scuola privata a Gedda, e all’università in America). Dopo un’espe-